Tu sei qui

Tra le cime più alte dell’Appennino, Capracotta è un’importante località sciistica che fa parte della Comunità Montana dell’Alto Molise. Sorge nelle vicinanze del Giardino della Flora Appenninica, un orto botanico ad alta quota dove è possibile ammirare numerosissime specie di fiori e piante locali.

Il Borgo di Capracotta

Le origini del nome del borgo sono legate principalmente a una leggenda che racconta che alcuni zingari, avessero deciso di bruciare una capra come rito di fondazione, nel luogo esatto in cui avevano deciso di costruire la loro città. La capra fuggì sui monti, dove morì, e gli zingari decisero di fondare li la città. Una ricerca invece sostiene che Capracotta derivi dal latino “castra cocta”, accampamento militare, espressione legata probabilmente a un distaccamento romano che ebbe li la sua sede di controllo della valle del Sangro.

La Storia

Le più antiche tracce della presenza umana nel territorio di Capracotta risalgono al periodo Musteriano, ma il primo insediamento stabile è datato IX secolo a.C. Alcune campagne di scavo hanno portato alla luce un sito costituito da capanne circolari e edifici in marmo, risalenti al I sec. d.C., nei pressi di Fonte del Romito.

Questo abitato si trasforma in un insediamento esteso e socialmente complesso nel giro di pochi secoli fino a quando, nel I sec. d.C., un violento incendio interrompe questo processo di crescita.

Gli abitanti riescono a mettersi in salvo ma, la caduta di Roma e l’arrivo dei popoli invasori non permette alla comunità di risollevarsi.

Resti di costruzioni sannitiche su Monte San Nicola.

Dominata per secoli, prima dai Longobardi, poi dagli Aragonesi e in seguito dai Savoia, nel 1860 Capracotta viene annessa all’Italia unita. Con l’aumento delle tasse esplode il brigantaggio e l’agro capracottese è funestato dalle terribili bande di Cuzzitto, Ferrara e Tamburrini. L’altra faccia di questa condizione di diffusa povertà è la massiccia emigrazione verso il continente americano.

Durante la II guerra mondiale il paese, escluse le chiese, l’edificio scolastico, l’asilo infantile e alcune case private, viene raso al fuoco con la dinamite. La popolazione è costretta a sfollare verso le regioni meridionali italiane controllate dagli Anglo-americani. Nel 1945, gli esuli tornano in paese e lo ricostruiscono ma, fino alla fine degli anni settanta, prosegue l’emigrazione verso le città industrializzate del Nord Italia e dell’Europa Occidentale.

Negli ultimi quarant’anni Capracotta ha intrapreso un percorso di valorizzazione del territorio come località sciistica e di villeggiatura, al fine di favorire una buona condizione economica per la comunità.

Da vedere

La distruzione causata dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale non ha cancellato tutte le stracce della storia del borgo di Capracotta. La chiesa parrocchiale dell’Assunta risale al 1673 e conserva al suo interno numerosi dipinti degni di nota. Quella di Santa Maria di Loreto venne costruita dai pastori capracottesi per affidare le loro famiglie alla protezione della Madonna durante il periodo della loro assenza durante la transumanza.

Poco fuori dal borgo è possibile ammirare il Palazzo Baronale fatto costruire nel XVI dai signori d’Ebulo. Il Palazzo fu realizzato fuori dalle mura cittadine dell’epoca, in un periodo di grande espansione economica, demografica ed urbanistica di Capracotta.

Di recente creazione il Museo della Civiltà Contadina e dei Vecchi Mestieri che si trova nel seminterrato della sede comunale. Al suo interno è possibile ammirare oggetti e strumenti del passato di Capracotta, donati dai cittadini per tutelare la memoria storica del luogo.

Famose sono inoltre le numerose fontane del paese e il Giardino della flora Appenninica, ideale per una passeggiata nella natura.

Da gustare

Tra le specialità cucinate a Capracotta la pezzata è una tra le più antiche. La ricetta risale al periodo in cui i pastori effettuavano la transumanza tra i monti dell’Alto Molise e il Tavoliere delle Puglie. Quando un animale si feriva gravemente veniva ucciso e depezzato, da qui il nome della ricetta, e poi cucinato. La carne di pecora viene cotta in grandi paioli pieni d’acqua e, quando il grasso in eccesso viene a galla, si procede alla “schiumatura” per eliminarlo. Si aggiungono sale, patate e pomodori e si fa cuocere per almeno quattro ore.

Altri piatti tradizionali sono l’agnello alla menta e la zuppa di ortiche, che viene servita con crostini di pane e olio crudo. Prodotto tipico di Capracotta è il pecorino, con origini molto antiche, addirittura risalenti ai Sanniti.

Cosa fare

L’evento principale di Capracotta è la festa di San Sebastiano Martire, patrono del Borgo, celebrato la seconda domenica di luglio. La statua del Santo viene portata in processione per le vie del paese insieme alle raffigurazioni di S. Antonio di Padova, S. Giovanni Battista, la Beata Vergine del Carmelo, la Madonna dei Miracoli, S. Vincenzo Ferreri e i Santi Martiri.

Un altro appuntamento importantissimo del periodo estivo è la sagra della Pezzata: nata nel 1960 attira numerosissimi visitatori.

Novità del 2016 è stata la prima edizione del Festival delle Erbe dell’Alto Molise, un’occasione per svolgere passeggiate in montagna e imparare a riconoscere le erbe spontanee. Laboratori di cucina con le erbe, incontri tematici sul loro utilizzo nella vita quotidiana completano questo interessante evento.

L’8 settembre di ogni tre anni, si festeggia la Madonna di Loreto, evento particolarmente sentito dalla comunità, tanto da far tornare nel borgo, appositamente per l’occasione, molti emigrati. La sera del 7 settembre la statua della Madonna viene portata in processione dal santuario, che si trova all’inizio del paese, fino alla Chiesa Madre. L’8 si celebra la Natività di Maria e il 9 i riti si concludono con l’atto di consacrazione alla Madonna recitato da tutta la comunità prima di riportare la statua della Vergine nella sua sede abituale.

Capracotta è anche una nota località sciistica dotata di due impianti molto importanti, uno dedicato allo sci alpino, in località Monte Capraro, corredato di seggiovia, e un altro per lo sci di fondo che si trova invece in località Prato Gentile, ed è stato sede dei Campionati Italiani Assoluti di sci di fondo nel 1997.

LINK UTILI