Castelvecchio Calvisio
Affacciato sulla Valle del Tirino, il borgo di Castelvecchio Calvisio sorge tra le montagne del Gran Sasso, all’interno del Parco Nazionale, a 1067 metri d’altezza.
Il Borgo di Castelvecchio Calvisio
Strade strette, archi e volte, case costruite su più livelli e sulle linee morbide della collina e raggiungibili attraverso i barbacani, le antiche scale in pietra. Il borgo di Castelvecchio Calvisio presenta degli scenari naturali che si legano alle forti tradizioni ancora conservate e tramandate dalla comunità locale.
Le strade sono disposte in maniera regolare e il borgo è suddiviso in porzioni geometriche quasi perfette. L’antica cinta muraria ancora mostra le antiche delimitazioni del centro abitato insieme alle porte d’accesso ancora conservate. La forma ellittica (a spina decumanica intersecata) del borgo fortificato, rende Castelvecchio Calvisio unico nel suo genere.
La Storia
Le origini di Castelvecchio sono difficili da ricostruire a causa della mancanza di fonti storiche attendibili. Si pensa che l’attuale borgo sia nato sull’antica Calvisia, città di origini romane. L’attuale centro abitato nacque durante il periodo feudale quando, per motivi di maggiore sicurezza, i piccoli agglomerati della zona circostante si riunirono in un unico luogo che, per la sua morfologia, fosse adatto a scopi di difesa e controllo del territorio.
Gli Acquaviva, i Conti di Celano, gli Sforza e altre famiglie si susseguirono al potere. Nel 1423 Braccio da Montone, detto Fortebraccio, uno dei più famosi Capitani di ventura dell’epoca, saccheggiò e distrusse Castelvecchio, dopo una valorosa resistenza da parte degli abitanti. Da quel momento in poi il borgo iniziò una lenta ripresa basandola sull’agricoltura e sulla pastorizia. Nel 1906 ottenne l’autonomia comunale.
Da vedere
Il borgo di Castelvecchio Calvisio è un'attrazione a cielo aperto. La conformazione delle sue strade, le ripide scale esterne che poggiano su archi e mensole di pietre, e suddividono la parte alta del paese da quella costruita lungo la via principale, caratterizzano fortemente il borgo. Ancora sono perfettamente conservati i passaggi che permettevano l’accesso al centro abitato: la Porta di Torre Maggiore situata a ovest, la Porta del Ponte Levatoio situata a nord-ovest, un’altra porta situata a sud e di cui rimane un solo stipite e, infine, la Porta di S. Martino situata anch’essa a sud e divenuta interna, in seguito al successivo ampliamento della cinta muraria.
Importantissima è la chiesa di S. Cipriano, poco distante dal centro abitato. Pare sia stata edificata sui resti di un tempio romano dedicato alla dea Venere, quindi risalirebbe a epoche molto antiche. Chiesa parrocchiale sino al 1478 la sua valenza come luogo di culto è da sempre stata riconosciuta.
Da gustare
Numerosi sono i piatti tipici della cucina tradizionale di Castelvecchio Calvisio. Alla base di questi piatti troviamo ingredienti provenienti dal mondo della pastorizia e dell’agricoltura. Tra i prodotti tipici del borgo, vi sono le cicerchie, raccolte tra la fine di luglio e i primi di agosto. Si utilizzano soprattutto nelle zuppe, ma anche come contorno di piatti di carne, oppure cucinate in purea. Con la farina di cicerchie, si preparano inoltre maltagliati e tagliatelle.
I cavoli “strascinati” (cavoli cucinati in padella seguendo una tipica procedura), la misticanza di papaveri, “cincilocche” e rucola (insalata di rucola e di un’erba selvatica), asparagi sott’olio, “fllacchi” formaggio e uova (i “fllacchi” sono fichi acerbi, non consumabili direttamente, ma molto gustosi se cucinati), cicoria selvatica sono solo alcuni tra i particolari antipasti tipici.
Tra i secondi le ricette più cucinate sono quella dell’agnello in fricassea, agnello cotto con una base di olio e aglio, aromatizzato con vino sfumato e arricchito, a cottura ultimata, da un intingolo composto da uova sbattute e aromi. La pecora alla “chiaranese”, carne di pecora stufata in grossi recipienti secondo l’uso dei pastori, con olio, lardo, prezzemolo, salvia, cipolla e peperoncino.
Peperoncino e “crstuccia”, il pane fritto in olio di oliva o in grasso animale, un piatto consumato soprattutto per l’elevato apporto energetico.
Tra i dolci da citare le ferratelle e le nocci atterrati (mandorle ricoperte di zucchero caramellato); le spumette (dolci, tipo meringhe, ottenuti da una base di albume d’uovo). Tipici del periodo pasquale la “pupa” e il “cavallo” di Pasqua: la prima, a forma di una bambola, viene regalata alle bambine e il secondo ai bambini.
Cosa fare
Per chi visita Castelvecchio Calvisio uno dei momenti che caratterizza la tradizione locale è quello della “Sagra della Cicerchia”, iniziata nel 1979 per merito di un’attiva e vivace proloco. La manifestazione si svolge la seconda domenica d’agosto, nel centro storico del paese, nei vicoli del vecchio abitato addobbati e rimessi a nuovo per l’occasione. Un’occasione unica per assaporare le ottime specialità che accompagnano il piatto della cicerchia, le salsicce sulla brace e la porchetta locale cotta al forno, il tutto arricchito da un ottimo bicchiere di vino.
Per chi decide di trascorrere il periodo natalizio nel Borgo, è possibile assistere alla suggestiva manifestazione “L’Incanto della Natività“, che si tiene ogni anno il giorno 28 dicembre. Si tratta di un percorso lungo il quale è possibile ammirare scene teatrali sulla natività e le rappresentazioni degli antichi mestieri. Seguono diverse degustazioni di prodotti tipici, la zuppa di cicerchie, la pizza appena sfornata dal forno a legna, accompagnati da ottimo vino caldo.
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