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Collegato ambientale: primi passi dopo Cop21

11.01.16

Il 2015 si è chiuso con una nuova legge sulla green economy: con l’approvazione del Collegato ambientale alla legge di stabilità, l’Italia si colloca tra i primi paesi in Europa ad avere dato seguito concretamente agli impegni presi durante la Cop21 di Parigi.

Il testo della legge dimostra come sia stato prodotto un documento organico che affronta temi centrali come ambiente, territorio, gestione delle risorse, equilibri tra aree urbane e rurali e tra uomo ed ecosistemi. Ma no solo: il nuovo collegato ambientale si sofferma su questioni di grande impatto nell’ambito dello sviluppo sostenibile, come la prevenzione del dissesto idrogeologico, la mobilità sostenibile, gli incentivi agli acquisti verdi, la raccolta differenziata e, come ha sottolineato Uncem, l’istituzione delle “green communities e delle “oil free zone” per le comunità montane in cui nascono e crescono nuovi modelli economici, investimenti che favoriscono le imprese verdi oltre al turismo sostenibile”.

Leggendo il testo del documento, non può che emergere un forte legame con il concetto di “ecologia integrata” già emerso nell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, diventato base etica per molte azioni politiche programmate e realizzate nel campo della tutela ambientale.

Consegniamo al territorio importanti provvedimenti – afferma l’on. Enrico Borghi, deputato, presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della montagna e presidente nazionale Uncem – che andranno declinati in opportunità e scelte politiche. Il Governo e il Parlamento dovranno trasformare molte indicazioni del collegato ambientale in leggi e individuare risorse. Ma anche gli enti locali devono da subito fare la loro parte. Penso ai Comuni montani e alle Unioni montane in particolare. Sui temi cardine del collegato ambientale dobbiamo costruire piani di sviluppo organici dei territori rurali, produttori di risorse che si interfacciano non da comprimari alle aree urbane. Si devono aprire nuovi rapporti con le imprese dei settori energetici ad esempio, rendendo i territori coproduttori dei beni nati dal combinato di risorse e territorio. Dobbiamo lavorare per dare alle aree montane e rurali gli strumenti operativi per rendere gli articoli del collegato ambientale motori di sviluppo economico e di tutela del territorio, non certo per una contemplazione bensì per un uso conservativo e sostenibile delle risorse, a partire dall’acqua.

Emerge infine dal documento un forte legame con molte delle disposizioni contenute nella legge di stabilità a favore degli enti locali: si tratta di un passo importante per riequilibrare lo sviluppo delle aree rurali rispetto a quelle urbane, sostenendo il più possibile i territori interni creando le basi per un nuovo modello di sviluppo, di qualità e sostenibile.

Leggi il testo completo del collegato ambientale…