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Il Sindaco Pescatore

12.02.16

Lo straordinario successo del film “Il Sindaco pescatore” trasmesso dalla Rai ha evidenziato la magistrale interpretazione di Sergio Castellitto, sicuramente uno dei più bravi attori in circolazione, ma anche per il forte bisogno di legalità del paese.

Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, un borgo di 2500 abitanti in provincia di Salerno, nel Cilento, ha provato a fare il vero sindaco del territorio, creando sviluppo economico e culturale con le risorse locali: il mare, l’ambiente, la pesca, l’identità del borgo, il turismo.

Il sindaco aveva compiuto una vera e propria rivoluzione culturale, trasformando un villaggio di pescatori in un paradiso per circa ventimila turisti che la frequentavano ogni estate.

Aveva avuto, però, la testardaggine e il torto di mettere al primo posto della sua azione amministrativa la legalità e la trasparenza, lottando contro chi voleva sfruttare il nuovo caso di Pollica a fini speculativi, illegali e criminali. La sua scelta di giustizia, socialità, normalità, gli è costata la vita. Fu ucciso in un agguato, mentre tornava a casa, con sette proiettili calibro 9, il 5 settembre 2010.

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Una riflessione si impone di fronte a questo episodio, che non può essere considerato un semplice fatto di cronaca: può il nostro paese risollevarsi e ripartire mettendo al primo posto proprio la legalità?

Viviamo momenti di grandi trasformazioni proprio nei livelli della convivialità civile e relazionale, come dice bene Z. Baumam nel suo bellissimo libro “Voglia di comunità”:

[…] l’insicurezza attanaglia tutti noi…. Ma ciascuno di noi consuma la propria ansia da solo… Siamo indotti a cercare soluzioni personali e contraddizioni sistemiche, cerchiamo la salvezza individuale da problemi comuni…

L’insicurezza e la paura nascono in primo luogo dalla mancanza di fiducia, soprattutto nelle istituzioni e nella loro commistione di corruzione, illegalità, assenza.
L’Associazione Borghi Autentici d’Italia è impegnata da anni sul terreno dello sviluppo dei borghi e territori italiani proponendo progetti strategici condivisi con le amministrazioni comunali e le comunità di riferimento.
Alla base dell’azione di Bai vi è la legalità, come è ben scritto nel Manifesto:

La lotta all’illegalità, alla corruzione, alla contraffazione e all’Italian sounding deve diventare una priorità non solo morale e civile, ma anche una priorità in termini di gestione dei fondi pubblici, delle procedure pubbliche e di organizzazione dei processi progettuali che, anche con il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020, nascono e nasceranno a livello locale.

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L’Associazione BAI propone una prospettiva importante e cioè la centralità del borgo e dei territori come struttura portante per vivere in un mondo globalizzato. Al centro di questa prospettiva vi è la comunità autentica, l’identità prospettica ma soprattutto l’eticità e la legalità negli atti amministri e nel vivere quotidiano. Sempre dal Manifesto:

Ciò assegna una grande importanza alle azioni locali che si compiono nella comunità. Ecco che la responsabilità globale si congiunge a quella locale; che futuro e presente si toccano; che la comunità locale si connette a quella globale e diventano interconnesse. Comunità sostenibili e responsabili: è questo, dunque, il centro della nostra riflessione e lo sbocco del nostro impegno, perché è da qui che può nascere un progetto che concorra significativamente a creare una società capace di farci uscire diversi e migliori dalla crisi. Si tratta di una sfida culturale: mentre molti si richiamano a un’idea chiusa delle comunità, finanche alla loro atomizzazione, illusi di avere un affaccio sul mondo solo attraverso la televisione e di perseguire la propria sicurezza attraverso la costruzione di nuovi muri e ghetti in cui confinare la diversità, noi Borghi Autentici sosteniamo il valore dell’apertura, della comunicazione, della dialettica, della responsabilità e della biodiversità, convinti che solo per queste vie possano sorgere un futuro sostenibile e un presente di benessere per tutti.

Il Sindaco Vassallo è un simbolo di questa prospettiva e, visti i milioni di telespettatori del film, la speranza è che anche la Comunità Italia abbia in animo proprio il percorso della legalità contro ogni sopruso o atto criminale.
Se vogliamo seguire l’azione del pescatore più famoso d’Italia ed impegnarci nella rinascita del nostro paese dobbiamo ricordare con Luigi Ciotti che:

La legalità, per essere strumento di giustizia e non solo di potere,presuppone relazioni fondate sulla prossimità, ossia su qualcosa che non si può apprendere ‘per legge’. (…) La legge non può insegnare la prossimità, l’accoglienza, l’amore. Qui entra in gioco qualcosa che abita la profondità e il mistero dell’animo umano, ben oltre le logiche del divieto e della prescrizione: l’atto del riconoscimento. Riconoscere (…) significa scoprire che la nostra identità è il risultato di una relazione e di un incontro (…) e che le nostre azioni hanno sempre un effetto sulla vita degli altri. È questo a rendere cruciale l’uso che facciamo della nostra libertà. Un’educazione alla legalità che non sia, prima di tutto, un’educazione alla responsabilità, difficilmente saprà infondere in un giovane l’amore per l’impegno e il desiderio di conoscenza, desiderio di iscrivere la propria vita dentro un cammino di giustizia e di libertà collettive.

Enzo D’Urbano

A QUESTO LINK IL FILM COMPLETO…

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