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Cop21: firmato l’accordo

14.12.15
Si sono chiuse sabato 12 dicembre le trattative della Cop21: finalmente firmato il patto che chiude quasi 20 anni di negoziati e che si propone di dare una svolta green all’economia mondiale.

Cop21, XXI Conferenza delle Parte di Parigi, ha coinvolto dal 30 novembre al 12 dicembre, 195 paesi del mondo, responsabili complessivamente del 93% delle emissioni di gas clima-alternanti: la chiusura di Cop21 vede come importante risultato la sottoscrizione di un impegno concreto per contenere emissioni di anidride carbonica in modo che il riscaldamento globale non superi gli 1,5 gradi entro il 2020.

L’accordo è stato raggiunto nella mattinata di sabato e si basa principalmente su tre assi principali:

  • l’impegno vincolante a convertire le economie mondiali verso una modalità più rispettosa dell’ambiente;
  • la differenza di trattamento tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo;
  • l’aiuto economico a questi ultimi per finanziare una loro “conversione green”: cento miliardi l’anno da oggi al 2020.
 

Questi, in particolari, i punti principali dell’accordo:

Riscaldamento globale: le trattative di Cop21 hanno stabilito che il livello di riscaldamento globale dovrà rimanere “ben al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali”. L’impegno addirittura è quello di lavorare perché l’aumento non superi gli 1,5 gradi;

Obiettivo a lungo termine sulle emissioni:  il documento conclusivo specifica l’impegno dei paesi a raggiungere il picco di emissioni in più presto possibile al fine di iniziare con le riduzioni dopo quel momento, per poter infine raggiungere un equilibrio tra le “emissioni delle attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda metà di questo secolo”;

Impegni nazionali e revisione: si specifica inoltre che tutti i paesi dovranno “preparare, comunicare e mantenere” gli impegni definiti a livello nazionale. Gli stati dovranno poi verificare l’applicazione dei propri impegni : la prima verifica è fissata nel 2023, le successive ogni 5 anni;

Loss and damage: l’accordo prevede uno specifico articolo sui fondi destinati ai paesi vulnerabili che si trovano ad affrontare cambiamenti irreversibili a cui non è possibile adattarsi;

Finanziamenti: i paesi sviluppati sono chiamati a fornire risorse per assistere quelli in via di sviluppo. Concretamente, si prevede che essi stanzino per questi obiettivo complessivamente 100 miliardi di dollari l’anno da qui al 2020;

Trasparenza: fondamentale, infine, per “creare una fiducia reciproca” la creazione di un sistema di trasparenza ampliato, che tenga conto delle diverse capacità degli stati coinvolti.