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Castel del Giudice, Stati Generali delle Comunità dell’Appennino

16.10.15
Iniziano oggi a Castel del Giudice (Is) gli Stati Generali delle Comunità dell’Appennino convocati da Slow Food per riflettere sui territori appenninici e lavorare in rete per un rilancio economico e sociale di queste aree.

Durante gli incontri, che si terranno oggi, domani e domenica, si farà il punto della situazione sullo stato di avanzamento dei lavori dei diversi gruppi tematici, si affronteranno le nuove sollecitazioni e si accoglieranno i diversi contributi.

I primi Stati Generali dedicati all'Appennino furono riuniti da Slow Food nel 2013 in Emilia Romagna, mentre il secondo appuntamento fu lo scorso anno in Umbria, dove venne presentato il Manifesto sul quale l'associazione vorrebbe fondare una rinascita "sociale, economica e di riconquista del tessuto di cultura e tradizioni dei territori della dorsale italica".

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Questa la dichiarazione di Slow Food:

Quei territori [gli Appennini] che, nell’arco di tempo che va dalla fine dell’800 alla metà del ‘900 furono via via privati delle forze lavoro destinate, dall’indigenza e dall’emarginazione, all’emigrazione in altri paesi prima, e all’inurbamento nelle città industriali e produttive, poi.

Uno sciame di sapienza, capacità e ingegno di origini antiche che si riversò, disperdendosi, in altre strutture sociali, in altre culture.

Constatiamo ancora il progressivo abbandono dei luoghi appenninici non solo da parte delle forze produttive, del lavoro e delle giovani generazioni: il costante taglio dei cosiddetti “rami secchi” ha portato alla soppressione di piccole stazioni ferroviarie, uffici postali, scuole, presidi sanitari svuotando così interi nuclei sociali del rapporto vitale di interconnessione con le aree più servite del territorio circostante e del Paese.

E invece abbiamo bisogno che i giovani raccolgano il testimone di volontà e tenacia delle popolazioni appenniniche e riportino la vita e l’operosità da dove sono state sottratte, e che i custodi di queste realtà territoriali possano consegnare i semi della loro perseveranza e della loro resistenza per poter ancora coltivare la speranza di un Appennino vivo e rispettato. Le nostre considerazioni e l’appello che lanciamo sono il risultato del lavoro che con il progetto Presìdi Slow Food prima e con le Comunità di Terra Madre poi, svolgiamo con numerosi contadini, allevatori e artigiani delle zone appenniniche.

Impegno, passione e anche caparbietà hanno consentito il recupero di specie vegetali o razze animali destinate all’estinzione perché non più appetibili o remunerative; è stato possibile ricreare il senso di Comunità e coinvolgere le giovani generazioni; si è creato un circuito virtuoso di piccola economia locale che ha consentito il mantenimento delle attività in loco.

Vorremmo allora mettere a disposizione i nostri progetti e la nostra esperienza per creare un luogo di elaborazione partecipata permanente che contribuisca a lanciare, una nuova stagione per gli Appennini.

Gli attori di questa elaborazione saranno le realtà produttive e sociali che vivono l’Appennino, ma anche la cultura, l’arte e la scienza nonché, naturalmente, la politica.

Ciò che ci proponiamo, e che crediamo possibile con gli “Stati Generali delle Comunità dell’Appennino” è che si possa pazientemente, ma concretamente passare dalla elaborazione al progetto: questo è il nostro obiettivo.

[dichiarazione tratta dal sito di Slow Food, a questo link]

 

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