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Ripalimosani

Molise

Ripalimosani, chiamato “Rìpë du Mesanë” nel dialetto locale, è un piccolo borgo montano della provincia di Campobasso, in Molise. Il suo territorio fa parte della comunità montana Molise Centrale.

Il Borgo di Ripalimosani

Ripalimosani sorge in un territorio piacevolmente vario: lo sguardo, viaggiando dal borgo all’orizzonte, accarezza le cime di molti colli, mentre a nord incontra la vallata del fiume Biferno.

Terra di cultura e arte ha dato i natali, tra il 1700 e il 1800, a personaggi come l’abate Francesco Longano, Paolo Nicola Giampaolo e Luca Nicola De Luca, che hanno avuto larga influenza sulla formazione del pensiero dell’Illuminismo Meridionale.

Tra le attività che maggiormente lo caratterizzano vi è quella della lavorazione della canapa: fiorente fino al 1860, ha vissuto un periodo di crisi a causa della forte emigrazione, ma ha visto negli ultimi anni un’importante ripresa e ad oggi sembra tornare ad essere un’industria dalle prospettive positive.

Fino al secolo scorso il borgo ha legato il proprio nome anche all’attività di fabbricazione delle corde, mestiere ormai scomparso, ma vanta una lunga tradizione negli strumenti a plettro come il mandolino. Oggi la tradizione è tenuta viva grazie alla Scuola Mandolinistica del locale Circolo Musicale “Pietro Mascagni” fondatore della cosiddetta “scuola ripese”.

Il borgo comprende il capoluogo comunale e le frazioni di Fonte, Iontapede e Pesco Farlese.

La Storia

Le prime notizie della storia di Ripalimosani risalgono al periodo feudale, al 1311, anno in cui il paese apparteneva al Guglielmo d’Alemagna, dal quale passò poi sotto il dominio degli Aldomoresco, che vendettero il feudo nel 1417 a Guglielmo di Gambatesa. Successivamente passò prima ad Andrea di Capua e poi al figlio Ferrante che, intorno al 1520, trasferì il possedimento alla famiglia Mastrogiudice, che mantenne il dominio fino al 1559.

A partire dal quel momento, il borgo e il suo territorio passarono di proprietà in proprietà, a volte per compravendita, a volte per eredità, fino a quando arrivò nelle mani dei Capecelatro, che furono gli ultimi feudatari.

Nel 1799 scoppiò una rivolta contro il regime repubblicano che durò tre giorni: i realisti, approfittando della rivolta, si diedero a saccheggi e omicidi, ma furono fucilati una volta sedati i disordini.

Da quel momento il borgo seguì le sorti della Regione, fino all’unità d’Italia.

Da vedere

Adagiato su una roccia di arenaria e attraversato dal tratturo Lucera-Castel di Sangro, il borgo di Ripalimosani presenta diverse testimonianze artistiche e architettoniche interessanti, a partire dal Convento San Pier Celestino, risalente al X secolo, dove sono conservate importanti opere, con preziosi reliquiari all’interno, due quadri di fine 1500, il chiostro e il coro.

Nel cuore del borgo sorgono invece la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, risalente al 1400 circa, e il Palazzo Marchesale, edificato intorno all’anno Mille. All’interno della Chiesa, sormontata da un imponente campanile di 40 metri, il coro settecentesco e un prezioso pulpito cinquecentesco, oltre alla copia della Sacra Sindone, terza riproduzione in ordine cronologico del Sacro Lino custodito a Torino. Essa fu dipinta a fine 1500 al cospetto dell’originale a grandezza naturale.

Il Palazzo, che conserva i connotati dell’edificio fortificato, presenta al proprio interno diversi spunti architettonici interessanti, in particolare una cappella privata con uno stupendo altare murario.

A circa 3 km dall’abitato, in località Quercigliole e nei pressi del tratturo, sorge la chiesetta di Santa Maria della Neve. Inutilizzata per buona parte dell’anno, il 12 agosto ospita la festività della Madonna della Neve.

Da gustare

La cucina di Ripalimosani racconta, nei suoi sapori e nei suoi piatti tipici, le tradizioni enogastronomiche del Molise.

Di altissima qualità è la produzione di olio, prodotto e apprezzato sin dai tempi più antichi.

Il territorio è famoso inoltre per la produzione di vino, tra cui l’Aglianico, il Sangiovese e il Montepulciano per quanto riguarda le uve a bacca rossa, e il Trebbiano e la Malvasia per quanto riguarda invece le viti a frutto bianco. Tra i vini più conosciuti del territorio regionale spiccano il Biferno Rosso, il Molise Falangina e il Pentro di Isernia: in particolare, il Biferno Rosso è forse il più tipico della zona e si caratterizza per il suo persistente profumo di ciliegia e tabacco.

Tra i piatti, segnaliamo invece la pasta fatta in casa: nel territorio provinciale la più famosa è la “tacozze”, un impasto piuttosto duro creato dalla lavorazione di farina, uova e sale, che viene poi steso con uno spessore non troppo sottile e tagliato a forma di rombi di media grandezza. Tradizionalmente, questo formato di pasta viene cucinata e servita con un tipico ragù di carni miste e pecorino grattugiato.

Infine, di grande gusto e qualità sono i formaggi, lavorati con metodi tradizionali dal latte appena munto degli animali che pascolano nelle verdi terre locali.

Cosa fare

Per il bellissimo paesaggio che lo circonda, il borgo di Ripalimosani è spesso meta di “gite fuori porta”: è infatti il luogo ideale da cui partire per escursioni nella natura alla scoperta delle colline, del torrente Ingrotte e del fiume Biferno.

Tra le manifestazioni tradizionali, segnaliamo la festa della Madonna della Neve, che si festeggia il 12 agosto di ogni anno, da oltre 200 anni, e attira molti visitatori dai territori circostanti: durante la festa, oltre alla processione religiosa, è prevista una corsa di cavalli che ha come meta la cappella omonima posta appena fuori dall’abitato. La tradizione vuole che il vincitore entri nella cappella con il suo cavallo e lo faccia inginocchiare. Da tempo abbinata al Palio delle Contrade, la manifestazione nel 2011 ha ricevuto la menzione di “Meraviglia Italiana”, nell’ambito di un progetto proposto dal Forum Nazionale dei Giovani e patrocinato dalla Camera dei Deputati.

Altra tradizione molto sentita nel borgo è la Mascherata (“A Meskuerate”), consistente in un vero e proprio spettacolo popolare itinerante che si svolge durante il periodo carnevalesco.

La festa del patrono di Ripalimosani, San Michele, si celebra il 29 settembre.