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Goriano Sicoli, borgo abruzzese di origini medievali, sorge su una collina che si affaccia sulla Valle Subequana. È racchiuso nel territorio della Comunità Montana del Parco Regionale Sirente-Velino.

 

Il Borgo di Goriano Sicoli

La torre campanaria della chiesa parrocchiale si erge sul centro abitato di Goriano Sicoli, accogliendo i visitatori con la sua imponenza. Una parte delle abitazioni sono collocate sulla pendenza della collina, una posizione ereditata dal passato quando, proprio in quel luogo, sorgeva il maniero di cui ora si conservano solo le mura.

Queste strutture rendono prezioso il patrimonio del borgo insieme alla cultura, alle tradizioni, e al patrimonio ambientale: Goriano Sicoli è infatti circondato da un bosco di oltre 50.000 metri quadrati, denominato “I Cerri”, dove passeggiare e trascorrere del tempo tra natura e relax.

 

La Storia

La prima attestazione del toponimo di Goriano Sicoli si ritrova nel Catalogus Boronum (sec.XII), in cui il paese è indicato come Gorianum Siccum in Balba, feudo di Rainaldo, conte di Celano. Ma le sue origini risalirebbero all’età del ferro, come attestato dalle tombe a circolo rinvenute su Monte Castelluccio. Il borgo fu centro signorile di amministrazione fondiaria, poi ampliato in un nucleo fortificato che, nei secoli, inglobò l’intero villaggio. La storia del castello di Goriano e dell’intero borgo è legata strettamente alle vicende della famiglia Celano fin oltre la metà del XV secolo.

A partire dal 1463 la contea, con il borgo di Goriano Sicoli, diviene appannaggio di Antonio d’Aragona Piccolomini. Seguirà per il feudo una lunga vicenda di compravendite, finché, nel 1661, la Universitas di Goriano Sicoli ne rivendicherà la proprietà e, da allora, il borgo comincerà a riacquistare la propria autonomia. Tra il 1700 e il 1800 la produzione di lana permette di sviluppare un florido commercio con i fiorentini, mentre si sviluppa anche un dinamico mercato della seta con i veneziani.

Nello stesso periodo sono attive anche cave di marmo, travertino e pozzolana. Non è un caso che proprio in questo periodo nasca lo scalo ferroviario sulla Sulmona-Roma e nel 1888 si inauguri un’imponente ed elegante Fontana pubblica. Il XIX secolo e l’inizio del XX sono segnati dall’emigrazione verso Stati Uniti, Argentina, Brasile, Canada e Nord Europa, fenomeno durato fino agli anni ’50 e ’60.

Da vedere

La memoria storica vive negli edifici e nelle architetture di Goriano Sicoli. L’ingresso al borgo è delimitato da tre imponenti porte con archi gotici: Porta Bagliucci, Porta Baracca e Porta di Murro. Sono pochi i resti dell’antico castello ancora visibili poiché, nel 1593, l’imponente costruzione ha lasciato il posto alla Chiesa di S. Maria Nuova. Al suo interno è conservato un crocifisso ligneo policromo del ‘400 e l’edificio è chiuso da un portale rinascimentale.

Anche nel centro storico è possibile ammirare numerosi edifici recanti portali risalenti al ‘600 e al ‘700.

Goriano Sicoli

Degna di nota è anche la Chiesa di S. Francesco (ex S. Donato), famosa per la statua in pietra di S. Donato Vescovo, per le due statue lignee di Santa Chiara e S. Antonio da Padova (sec. XIV), per un affresco della deposizione (sec. XV-XVI) e per le lunette con l’affresco di Cristo Risorto (sec. XV-XVI).

Il Santuario di S. Gemma, risalente al XVI secolo, sorge nella parte bassa del borgo e al suo interno è custodita una pregevole tela del Patini (1889) e le spoglie della santa patrona.

Ultima, ma non per importanza,  la Fontana Monumentale (1888), un imponente complesso architettonico con porticati d’accesso ai lavatoi e alla vasca con zampillo.

Da gustare

La cucina tradizionale di Goriano Sicoli è legata a un antico passato basato sulla pastorizia e l’agricoltura.

Tra le ricette più polari troviamo le “sagne“, un tipo di pasta a base di acqua e farina, da gustare con i fagioli, con il castrato o col sugo di vitello e maiale e guarnito con scaglie di tartufo, di cui sono ricchi i boschi circostanti.

Tra i prodotti tipici spicca il pecorino, ancora prodotto secondo le antiche tecniche di lavorazione, da accompagnare con miele di montagna.

Cosa fare

A Goriano Sicoli e nella valle subequana rivive un’antica tradizione, un rito femminile tramandato da molti anni e profondamente radicato nella cultura popolare. Ogni anno, l’11, il 12 e 13 maggio, una fanciulla di San Sebastiano di Bisegna si reca a Goriano Sicoli vestendo gli abiti di Santa Gemma e, accolta dalla “commare”, va ad abitare nella sua casa.

Nelle notti che precedono la Festa di Santa Gemma, le donne si adoperano per preparare il pane e le ciambelle. Il tutto seguendo un preciso rituale e ricette segrete. Le altre ricorrenze che animano la vita del borgo sono quella di S. Antonio il 13 Giugno e il Ferragosto Gorianese nei primi quindici giorni di Agosto, con la Sagra dei Ceci e della Ciambella.

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