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Laudato si'

16.07.15
L'enciclica di Papa Francesco, su ambiente e sostenibilità, incoraggia la riflessione strategica e l'azione dei borghi autentici "Laudato si'" rappresenta una generosa offerta a tutti di una lettura per orientarsi in un'epoca "apocalittica" e che pure fatichiamo a decifrare così presi dal nostro individualismo.

Fra le tante caratterizzazioni virtuose della nuova Enciclica "Laudato si’" di papa Francesco, attorno alle quali è auspicabile un ampio consenso che si traduca in una svolta nella gestione complessiva del futuro del Pianeta, due sono gli aspetti che intersecano particolarmente l’elaborazione racchiusa nel nuovo Manifesto dei Borghi Autentici d’Italia (dal titolo “Territori e Comunità che ce la vogliono fare”): quello di Comunità e quello di Casa Comune.

Due concetti sui quali l’Enciclica insiste e che propone di adottare come pensiero convergente globale.

Ci soffermiamo volentieri su di essi, che il Manifesto ha fatto propri senza mezze misure, onde  accentuarne il senso spiccatamente innovativo ed attuale.

Sul primo: dopo decenni di bombardamento ideologico a sostegno dell’individuo e delle sue logiche, spesso distorte ed egoistiche quanto egocentriche poiché contrapposte ad una visione generale e ad un interesse collettivo, non vi è corrente di pensiero che cerchi di correggere il tiro e di reintrodurre uno spazio adeguato alla dimensione della Comunità, il cui valore aggiunto è fuori discussione, da ogni punto di vista: anche da quello del benessere soggettivo. Non a caso è proprio la categoria di ‘persona’ che viene assunta come paradigma, facendo generare dalla dimensione comunitaria le tante opportunità e relazioni in grado di dare risposta ai suoi bisogni come alle sue potenzialità (non solo a livello economico e culturale, ma anche per quello inerente il benessere fisico e psichico).

Quanto al secondo: sono fin troppo evidenti le storture di una globalizzazione lasciata a se stessa, priva di orientamenti e di valori comuni. Non è possibile comunque sottrarsi ai processi innescati a livello planetario, che tendono a concentrare il pianeta ed a uniformarlo; mentre diviene necessario porre le basi di una nuova convivenza su scala planetaria fondata sulla diversità (quella biologica nella sfera dell’eco-ambientale, quella culturale nella sfera socio-politica), evitando le derive del ‘pensiero unico’, che renderebbe presto invivibile il pianeta stesso, trasformandolo in una triste spianata di cemento ed in una sterminata cloaca di rifiuti. Ecco l’idea di concepire finalmente la Terra come ‘Casa comune’, di tutti: a cominciare da un rinnovato senso del radicamento e di cura del territorio e delle sue risorse. Ma è saggio prendere atto che qualsiasi ottica puramente localistica sarebbe tuttavia destinata a soccombere: mentre una virtuosa adozione del binomio locale-globale (‘glocale’) sembra in grado di aprire spazi inediti per l’accesso di tutti ai processi vitali, di cambiamento e miglioramento.

Ebbene: adottando entrambi questi concetti, il Manifesto dei Borghi Autentici non solo rende omaggio ad un approdo avanzato sul piano dell’elaborazione del pensiero, testé fatto proprio perfino da Papa Francesco; ma compie un atto di forte responsabilità etica e sociale, predisponendo vie, obiettivi e progetti per rendere praticabili su scala locale queste grandi prospettive. L’Associazione dei Borghi Autentici d’Italia pertanto ribadisce la propria missione basata su una proattiva collaborazione con i territori che intendano muoversi secondo tali nuovi paradigmi, ponendo la propria struttura al servizio ed al supporto di una nuova qualità dello sviluppo umano e sociale.

Grazie, Papa Francesco, per lo straordinario incoraggiamento a credere che i cambiamenti di fondo sono possibili, anche nelle pieghe delle esperienze di tutti i giorni.

Leggi il testo completo dell'enciclica a questo link...