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Venerdì
19.04
Sardegna
Galtellì

Il Venerdì Santo come cento anni fa a Galtellì

Il Venerdì Santo a Galtellì quest'anno sarà animato dai Sos Cantores de Garteddi, un vero e proprio ritorno a come era vissuta la Fede popolare cento anni fa.

Le funzioni del Venerdì Santo quest'anno a Galtellì saranno animate dai Sos Cantores de Garteddi. Un’occasione per la comunità religiosa galtellinese per sperimentare un ritorno all'antico e autentico modo di vivere la Fede popolare.

Nel Borgo Autentico di Galtellì gran parte dei riti paraliturgici vengono tramandati oralmente di generazione in generazione, anche tramite le Confraternite del luogo. Nel corso degli anni questi riti hanno subito variazioni che hanno rischiato di far sparire alcune funzioni alle quali la comunità era particolarmente legata.

Quest'anno, grazie alla supervisione e alla preziosa collaborazione del parroco, Don Ruggero Bettarelli, le funzioni del Venerdì Santo saranno officiate esattamente come cento anni fa.

Questo prezioso recupero dei rituali tradizionali, in vigore fino agli anni 50, è stato possibile grazie a una meticolosa raccolta di testimonianzie degli anziani del luogo, recuperate in quasi trent'anni di attività. Ma anche grazie alla scoperta di un articolo del 1937 della rivista di cultura Lares, a firma di Luigi Deffenu, in cui viene descritto minuziosamente il rito de “S’Iscravamentu” galtellinese.
I Sos Cantores de Garteddi hanno dunque ripristinato la “pesantissima Croce” con le relative scale, e fornito la parrocchia di teli viola per coprire le statue dalla Quinta domenica di Quaresima. Nella funzione verranno poi seguiti tutti i canti della liturgia della Croce e del successivo rito de S’Iscravamentu. Questo sarà possibile anche grazie all’inserimento di diversi giovani che con passione ed impegno sono entrati a far parte dei Sos Cantores.

L’esecuzione dei canti tradizionali coinvolge particolarmente i componenti dell’Associazione, trasmettendo il senso di appartenenza alla comunità religiosa, e anche per la possibilità di dar voce al sentimento di commozione dell'intera popolazione galtellinese, tenendo viva un'importante tradizione ultrasecolare del paese.