I giochi tradizionali nei vicinati

I giochi sono quelli della tradizione, che oggi nessuno gioca più, alcuni dei quali si giocavano fino a 40 anni fa, circa. Altri, invece, veramente antichi sono scomparsi prima di altri, ma “a memoria” si è cercato di ricostruire il loro regolamento e svolgimento perché possano essere giocati in strada, come un tempo, dalle squadre dei diversi rioni o vicinati.

Tutti sono coinvolti, adulti e bambini.  

Nel borgo, si ritorna indietro nel tempo, come quando si gareggiava, a squadre, fra i vicinati storici di San Nicola e San Vincenzo, con i giochi classici di Luna Monda, a cuaddus fortis (cavalli forti), Tzacca e poni (lo schiaffo del soldato), a pencareddu (a campana), a puddas e cabonis (a galline e galli), a su Bibiribboi (intraducibile), totus is piscis a mari (tutti i pesci al mare), su giogu de su sedatzeddu (il gioco del settaccio) e tanti altri ancora.

Riproporre l’attività ludica della tradizione diventa anche l’occasione per rigenerare momenti di socializzazione, che solo i ragazzini di un tempo (oggi adulti) sapevano vivere e oggi sanno proporre, secondo formule sconosciute alle nuove generazioni. Ma soprattutto, questa è anche l’occasione per riavvicinarsi all’utilizzo della Lingua sarda e riscoprire, con formule, canti e filastrocche, quando queste accompagnano i giochi, il fascino del linguaggio, l’intimo contenuto dell’attività ludica. Non solo i gesti e i movimenti fisici, anche la Lingua e il linguaggio diventano  strumenti fondamentali per  attribuire una certa valenza  ludica (perfino didattica) ai giochi della “memoria”.

Il borgo è in fermento, nei vicinati c’è attesa.