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Il borgo di Sorradile sorge su una collina che sovrasta le valli sottostanti e il lago Omodeo, tra i laghi artificiali più grandi d’Europa.

Il Borgo di Sorradile

Un territorio ricco di vegetazione e fonti d’acqua circonda il piccolo borgo di Sorradile, situato nella regione storica del Barigadu, al centro della Sardegna.

Querce secolari, distese verdi e importanti corsi d’acqua, il Tirso e il Taloro, caratterizzano questo piccolo borgo.. Il centro abitato è suddiviso in due nuclei principali: la parte alta “Cort’e susu”, e la parte bassa “Cort’e josso”, separate solo dalla strada provinciale che attraversa il borgo. Una caratteristica del centro abitato è la presenza di antiche abitazioni di colore rosso, colore derivato dalla pietra utilizzata per la loro costruzione, la trachite rossa, pietra tipica locale.

 

Sorradile possiede un’isola amministrativa territoriale, al confine con la provincia di Nuoro, nella località Salto di Lochele, dove è possibile ammirare il luogo d’incontro tra i fiumi Tirso e Taloro.

 

La Storia

Il nome di Sorradile deriva dal toponimo “Serra de èlighe”, serra di lecci, che secondo una leggenda venne abbattuta dai primi abitanti del luogo.

Reperti risalenti al periodo prenuragico e nuragico mostrano come questa zona della Sardegna fosse strategica per l’Isola e ampiamente frequentata fin da tempi antichi.

Fu proprio nel Barigadu che si collocò il “limes” romano, il baluardo fortificato tra la “Barbarìa”, la terra dei Barbari, dei non colonizzati, in contrapposizione alla “Romania”, il territorio dei romanizzati.

Non abbiamo numerose notizie storiche relative a questo territorio. Quelle più significative per la comunità risalgono al 1924 quando, con la realizzazione del bacino artificiale del lago Omodeo, le terre più fertili vennero sottratte ai contadini, con un conseguente impoverimento dell’economia locale.

Sorradile Panorama

 

Da vedere

Passeggiando per le strette vie del borgo è possibile ammirare panorami mozzafiato da ogni scorcio del paese e scoprire dettagli che ricordano l’antico passato di Sorradile. Nella parte alta del centro abitato è possibile visitare la chiesa di San Michele Arcangelo, il cui primo impianto risale all’epoca antecedente il secolo XI. Gli anziani raccontano che essa rappresentava la chiesa parrocchiale finchè non fu costruita la chiesa di San Sebastiano Martire.

Il Santo avrebbe liberato il paese dalla peste nel giorno a lui dedicato. Da qui l’intitolazione della chiesa parrocchiale al Santo martire, realizzata in trachite locale, nella prima metà del Seicento. L’interno della chiesa, i cui lavori ebbero inizio nel 1637 a opera di maestranze locali guidate dallo scalpellino Antonio Pinna e terminati nel 1642, offre un patrimonio incredibilmente ricco e pressoché intatto in quanto è tra le poche chiese sarde che conserva ancora gli arredi originali. Esistono diverse chiese campestri e tra le più importanti troviamo: l’antica chiesa di Santa Maria Turrana, situata in località “Turrana” e costruita forse nel 1573 e la chiesa campestre di San Nicola di Nurozo, risalente alla seconda metà del XII secolo.

Da non perdere una passeggiata lungo le sponde del Lago Omodeo, tra i bacini artificiali più grandi d’Europa, alla scoperta della natura del luogo e del suo patrimonio archeologico. Sulle rive del lago, quando il livello delle acque è basso, è possibile ammirare uno tra i tanti nuraghi presenti sul territorio, il nuraghe Urasala.

Sorradile San Nicola

 

Da gustare

La cucina tipica di Sorradile è caratterizzata da pietanze semplici, realizzate con prodotti locali. Numerose sono le tipologie di pane legate differenti a seconda dell’utilizzo quotidiano o festivo: su crivazzu, a forma di grande pagnotta; su pane modde e su pane carasau o pane fresa, pasta in sfoglie sottili e tonde che vengono cotte al forno.

Tra i primi piatti, quelli che rappresentano al meglio la tradizione culinaria del borgo sono Sos culurzones de petza, i ravioli di carne, piatto principe dei matrimoni.

Tra i secondi ricordiamo i pomodori ripieni, “sas tramatas prenas”, ripieni unicamente di verdure tra cui pomodori, zucchine e melanzane.

I dolci tipici sono tantissimi e ve ne sono di specifici per ogni periodo, ad esempio a Carnevale si gustano  sas tzipulas(fritelle). I dolci più importanti e tradizionali sono quelli di mandorle tra cui sos marigosos, amaretti, e su gattò.

Sa Sambula

 

Cosa fare

Il calendario di eventi di Sorradile è molto vasto. La sera del 16 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate con l’accensione e la benedizione del falò in uno spazio appositamente dedicato, vicino alla chiesa parrocchiale di San Sebastiano. Per la realizzazione del falò viene impiegato un grande tronco cavo chiamato “su tuvone”. Pochi giorni dopo, il 19 gennaio, si celebra San Sebastiano, patrono del borgo, che viene festeggiato una seconda volta la seconda domenica di maggio, “festa e’ maju”.

Tra le feste più attese e di maggior successo spicca quella di Sant’Isidoro, organizzata la domenica successiva al giorno di ferragosto: tre giorni di riti religiosi, che si concludono con la processione del Santo per le vie del paese, e festeggiamenti civili.

Sorradile lago Omodeo

Dal 30 agosto sino all’ 8 settembre si festeggia Santa Maria di Turrana. S’inizia con la processione che parte dalla parrocchia di S. Sebastiano, in cui è conservata l’antichissima statua lignea che rappresenta la vergine con un inedito volto con la pelle scura. La statua è portata in processione dai confratelli di “Nostra Sennora” fino alla chiesetta campestre. Per nove notti si svolge il rosario in onore della Santa e, a seguire, il santuario è animato da balli tradizionali, e da un clima estremamente familiare. La notte del 7 settembre, “S’izzadorzu”, si rimane a fare festa fino all’alba per poi ricondurre la statua della Santa fino alla chiesa parrocchiale.

La Festa di S. Nicola ha inizio nel tardo pomeriggio del giorno 9 settembre, quando la statua del santo viene trasferita in processione a piedi dalla parrocchia, fino all’omonimo novenario e termina il 18 settembre. La Festa di S. Michele Arcangelo si svolge dal 20 settembre e dura per 9 giorni. Inizia con la processione del santo portato a spalla dagli obrieri, dalla parrocchia di San Sebastiano sino alla chiesetta dedicata al Santo. Segue la celebrazione solenne e il rosario che viene recitato per nove giorni, seguito da “Sas laudas”, “le lodi” cantate in lingua sarda.

 

 

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