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Ovindoli

Abruzzo

Il Comune di Ovindoli, situato a 1380 metri s.l.m nella parte meridionale dell'altopiano delle Rocche, è  nel cuore del Parco regionale naturale del Sirente –Velino area naturale protetta che ospita una straordinaria biodiversità floristica e oltre 400 specie di animali, fra cui alcune molte rare o a rischio estinzione come l’orso marsicano.

Il Borgo di Ovindoli

Ovindoli ai piedi del monte Magnola, è arroccato su una roccia e la sua architettura è caratterizzata da case in pietre monocrome collocate in stretti e ripidi vicoli.

Deve, probabilmente, il suo nome all’attività pastorale che da sempre ha caratterizzato il territorio. Deriverebbe, infatti da “Obinolum”, “Ovis” ovino. Altri sostengono, invece, che l’etimologia del nome sia legata all’usanza del popolo dei Marsi di rivolgere delle “Ovatio", ovazioni a coloro che erano ritenuti capaci e meritevoli.

La Storia

L’origine di Ovindoli  è  ancora oggetto di studi. Secondo  i più accreditati  il primo nucleo si sviluppò intorno ad una torre o ad un castrum degli antichi Marsi, eretto a difesa del varco verso i Vestini. 

Il borgo per la sua posizione geografica ha sempre avuto un'importanza strategica inizialmente da un punto di vista militare con funzioni strettamente difensive e di arroccamento per la difesa dell’Altopiano delle Rocche, in seguito perse la funzione militare, ma si sviluppò commercialmente.

Difatti dall’epoca medioevale e poi rinascimentale, Ovindoli fu uno dei  luoghi chiave di transito e sosta per la transumanza verso il mare, attività fondamentale in un contesto la cui l’economia si basava sulla pastorizia, tanto da consentire ai ricchi armentari ovindolesi di costituire la classe borghese legata al Tavoliere delle Puglie.

Il feudo di Ovindoli venne posseduto da diversi signori, dai Savelli ai Piccolomini, poi Cabrera-Sforza-Bodavilla fino all’abolizione dei feudi nel 1806.

Nel 1811 Ovindoli raggiungeva i 1200 abitanti e già accorpava quelle che ancora oggi sono le due frazioni principali: Santa Jona e San Potito.

Nel 1915 il territorio marsicano venne profondamente colpito da quello che ancora oggi è considerato uno dei principali e più disastrosi sismi del nostro Paese in termini di distruzione e per numero di vittime. Solamente tra gli anni Sessanta e Settanta si riuscì a completare la ricostruzione, riuscendo fortunatamente a recuperare e restaurare diversi edifici e monumenti storici.

Da vedere

Per gli appassionati di siti archeologici nella frazione di San Potito si possono vedere le  rovine di un castello a strapiombo sulla roccia di epoca pre-romana, mentre in località Piana dei Santi alcuni scavi iniziati negli anni ‘80 hanno riportato alla luce meravigliosi pavimenti a mosaico, affreschi, tombe e monete dell' imperatore Adriano, recatosi nella zona  forse per seguire i lavori di prosciugamento del Fucino.

Il ritrovamento fece pensare alla presenza di una grande villa romana edificata nel I secolo d.C., probabile residenza estiva di patrizi e imperatori. 

A mezz’ora da Ovindoli uno dei siti più suggestivi è la città di Alba Fucens, situata ai piedi del Monte Velino, a quasi 1000 metri di altitudine, nel Comune di Massa d’Albe.

La storia medievale di Ovindoli si ritrova nella parte alta del borgo dove è possibile vedere ciò che resta delle mura di cinta con la Porta Mutiati, porta ad arco gotico che costituiva l’accesso al borgo fortificato. Un’altra testimonianza è la Torre di Santa Jona , frazione di Ovindoli, costruita tra il XIII e il XIV secolo  per rafforzare il sistema difensivo della Marsica.

Tra i luoghi di culto ci sono nella frazione di San Potito la chiesa della Madonna delle Grazie e quella della Madonna della Neve, entrambe con bellissimi affreschi interni risalenti al ‘500.

La chiesa principale di Ovindoli dedicata a San Sebastiano, poi chiesa della Vergine è datata tra il XV e XVI secolo. Al suo interno si possono ammirare una statua di terracotta policroma della Vergine seduta in trono in atto di adorare il Bambino che un tempo doveva stare adagiato nelle sue ginocchia e un San Sebastiano in stucco dorato, alto m. 2,30 risalente al sec. XVII, oltre a preziosi arredi sacri del XV secolo.

Simbolo del paese è il Monumento dell’Alpino, in onore ai cittadini caduti in guerra, punto panoramico dal quale si può godere di una vista mozzafiato sul paese e sulla conca del Fucino.

Da gustare

La cucina di Ovindoli è una cucina povera che trova le sue origini nei pochi ingredienti che i pastori avevano a disposizione durante i lunghi periodi della transumanza. Alla base della maggior parte delle pietanze c’erano la carne di pecora o di cacciagione insaporite con le erbe aromatiche che trovavano lungo il cammino, cotte poi su braci o in paioli di rame.

Da questi pranzi consumati tra i monti verso il mare,  nascono i piatti più conosciuti della tradizione ovindolese come ad esempio la pecora alla cottora, che  necessita di una lunga cottura  per consentire alla carne di ammorbidirsi, e gli arrosticini, bocconcini anche in questo caso di carne ovina, infilzati su spiedi e cotti alla griglia.

Oltre ai piatti della transumanza, si possono assaporare i prodotti legati alla vita quotidiana e stanziale delle famiglie.

Dall’arte casearia e dalla lavorazione delle carni suine si ricavano numerose varietà di formaggio e ottimi insaccati ideali per antipasti o stuzzichini pomeridiani, mentre per i primi ci si affida alla cucina delle massaie con paste fresche fatte a mano, famosi gli spaghetti alla chitarra, o la polenta condite con ragù di vario tipo. 

Per i più golosi il pasto si conclude  con il dolce ed Ovindoli ne ha uno per ogni festa.

Natale con le ferratelle, cialde dal sapore quasi neutro, cotte su una doppia piastra, in genere gustate a coppie farcite con marmellata d'uva o miele,  a Carnevale la cicerchiata molto simile agli struffoli napoletani e durante le festività pasquali la pizza di Pasqua torta alta e soffice con uvetta e gocce di cioccolato.

Cosa fare

La posizione di Ovindoli all’interno del Parco regionale, incastonata tra le montagne, la rende meta ideale in tutte le stagioni.

È una delle stazioni invernali più note del Centro Italia con 21 piste che si snodano per circa 30km, moderni impianti di risalita che salgono fino ai 2000 metri  del Monte Magnola ed accoglienti rifugi dove sostare e ritemprarsi tra una discesa e l’altra.

Non solo sci, ma anche snowboard con l’attrezzato snowpark per salti e acrobazie e per i meno spericolati ciaspole o sci di fondo per passeggiate immersi nella natura.

Alla montagna è dedicato l’Ovindoli Mountain Festival nel mese di  gennaio  con mostre fotografiche, escursioni organizzate con guide esperte, dimostrazioni sportive, possibilità di sperimentare nuove attività e di vedere spettacoli acrobatici e campioni sulle piste.

D’estate si possono praticare sport e attività all’aria aperta dal trekking all’arrampicata, dalla mountain bike alle passeggiate ed escursioni a cavallo.

Nel paese ci sono strutture attrezzate per l'equitazione, l'alpinismo, il trekking, il parapendio, il tiro con l'arco, il free climbing che organizzano supporto per escursioni, corsi ed attività con istruttori e guide esperte.

Ovindoli non è solo natura e sport, ma offre anche eventi che danno la possibilità al visitatore di vivere il borgo e le sue tradizioni in diversi periodi dell’anno.

In concomitanza con l’8 dicembre, Festa dell’Immacolata, la manifestazione di CioccOvindoli coinvolge e anima tutto il centro storico, riaprendo vecchie cantine e laboratori artigiani, con musica, spettacoli e mercatini. Protagonista è il cioccolato nella rassegna più ad alta quota tra quelle dedicate a questo prodotto straordinario.  Per l’occasione sono organizzati incontri a tema, dimostrazioni con maestri cioccolatieri e degustazioni dove si può trovare il cioccolato declinato in varie forme, dal cioccolatino alla torta, dalla bevanda calda al liquore.

Ad agosto accompagnano le serate estive l’evento “I Rumori di sottofondo” con gruppi musicali sparsi nei vicoli del Borgo ed “Ovindoliamo”  percorso tra le cantine, con degustazioni, street food e artigianato.

Nella vicina frazione di S. Jona la kermesse “Suono fuori” nel mese di settembre offre l’occasione di scoprire ed immergersi nel borgo con visite guidate tra le rovine storiche,  gustando la cucina del luogo accompagnati da buona musica.