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Mendicino

Calabria

Mendicino offre a residenti, turisti e viaggiatori un centro storico abitato e ricco di servizi, una zona residenziale esclusiva, colli verdeggianti, ottima enogastronomia. Il tutto a pochi chilometri dal capoluogo cosentino ma anche non lontano dal mar Tirreno.

 

Il Borgo di Mendicino

Mendicino si trova ai piedi dello splendido e suggestivo Monte Cocuzzo, già citato da Omero nell’avventuroso viaggio di Ulisse. E' un borgo molto suggestivo con vicoli a gradoni, piazzuole, antichi palazzi, e le sue storie antiche e le tradizioni oggi rivivono grazie all’impegno dell’amministrazione comunale. Prime fra tutte la bachisericoltura, che fa di Mendicino il borgo della Seta.

Particolarmente rigogliosa la natura dei luoghi, con pareti di roccia, strapiombi stretti e folti, valli verdi, rigogliose colline, scoscese e oscure montagne.

 

La Storia

Citato per la prima volta in un documento del XII secolo, secondo alcuni storici potrebbe essere identificato con l’antica Pandosia, capitale degli Enotri.

Dopo la sua distruzione voluta dai Romani si decise di costruire una seconda Mendicino su un costone roccioso oggi chiamato Timpa Limena (località Mendicno Vecchio).

La vita della nuova città fu resa da subito difficile dalle numerose invasioni e dai movimenti tellurici, tant’è che tra il X e l'XI secolo, fu depredata e distrutta dai Saraceni. La popolazione si disperse sull'intero territorio, mentre quelli che decisero di restare, per lo più artigiani, si insediarono su una piccola collina rocciosa cuneiforme, oggi chiamata “Castello”. Il nuovo nucleo prese il nome di terza Mendicino e, a poco a poco, si ingrandì verso ovest dando vita all'attuale centro urbano, ancora caratterizzato da palazzi, chiese e nuovi quartieri.

 

Da vedere

Il borgo medievale rappresenta sicuramente la zona più caratteristica del paese che merita di essere visitata, rigorosamente a piedi.

Da Piazza Municipio, ove sorge appunto la casa comunale di Mendicino, passeggiando per le stradine del centro storico, si raggiunge Piazzetta San Giuseppe con il suo Anfiteatro, una struttura semplice e moderna, fatta di scaloni che possono ospitare fino a 200 persone ed un piano a scacchiera come palcoscenico.

La Piazzetta di San Giuseppe conserva il bellissimo Palazzo Del Gaudio-Campagna. L’iscrizione posta sotto lo stemma all’ingresso ricorda come Carlo Del Gaudio ne realizzò i lavori tra il 1780 e il 1784. Dimora nobiliare  della famiglia Del Gaudio questa lo abitò fino al 1809 quando passò alla famiglia Campagna  a seguito del matrimonio tra la figlia di Del Gaudio e Domenico Campagna, medico di Serra Pedace, che lo restaurò aggiungendo, ai due piani preesistenti, le arcate e le logge visibili sulla parte laterale. Il Palazzo fu centro d’alta cultura nel corso dell’ 800 per la presenza del poeta Giuseppe Campagna, che volle chiamare a Mendicino i migliori intelletti del tempo.

Nella Piazza del Duomo si può ammirare la maestosa Chiesa di San Nicola  la cui data di costruzione è incerta ma sicuramente antichissima. Secondo alcune fonti una chiesa intitolata al Santo esisteva già in epoca medioevale ma nel corso degli anni si sono susseguiti trasformazioni e rimaneggiamenti fino alla struttura attuale. La facciata è in pietra tufacea rosa di Mendicino a cui è annessa la torre campanaria e presenta un portale lavorato al quale si accede da una scalinata. L'interno, a navata unica con cappelle laterali, ospita un altare marmoreo su cui poggia un tabernacolo in marmi policromi ed è dominato da una pala raffigurante la Madonna con Bambino tra San Nicola e Santa Caterina.

Proprio di fronte la cattedrale  troviamo la più piccola e suggestiva Chiesa di San Sebastiano, risalente probabilmente al 1579. La chiesa è stata l’importante sede di una confraternita. La facciata è in pietra rosa di Mendicino cui è annessa la torre campanaria e su cui spicca il portale in tufo. L'interno, a navata unica, presenta un presbiterio lavorato in pietra all'interno del quale il recente restauro ha fatto emergere due nicchie prima sconosciute. Il timpano superiore è datato al 1715.  All'interno è custodita la statua di San Sebastiano Martire, opera di artisti meridionali della fine del XVIII secolo. La pala d'altare, che raffigura il martirio del Santo, è di fine Ottocento.

Proseguendo lungo l’antico Rione Castello, che si snoda lungo il tracciato dell’antico muro di cinta ed al quale si appoggiano le abitazioni più antiche, si giunge alla Torre dell’Orologio costruita nel 1909 a seguito del terremoto del 1905 su quelli che furono gli ultimi ruderi dell’antico castello. La Torre dell’Orologio è posta sulla sommità della collina, da cui si gode uno splendido panorama.

Il Parco Fluviale Tre Valloni è un punto di interesse naturalistico e rurale. Il parco si snoda lungo un corso d’acqua e qui è possibile ammirare le cascate e gli antichi edifici rurali quali il mulino, il frantoio e delle filande. Inoltre  è qui presente un interessante orto botanico. Il parco dunque rappresenta uno straordinario connubio di natura, arte, cultura e tradizione.

Da qui si può accedere al Museo Dinamico della Seta. Il museo, riaperto al pubblico nel 2015 si articola in diversi ambienti ed è realizzato all’interno dell’antica Filanda del Gaudio, un gioiello di artigianato e tecnica costruttiva. Insieme al Museo Dinamico della seta raccontano un pezzo di storia di Mendicino e delle sue tradizioni di antico borgo della seta. Inoltre, vengono qui proposti laboratori di tessitura che da sempre affascinano gli ospiti.

Assolutamente da non perdere è una visita alle antiche Grotte Naturali dell’Alimena, situate sul costone roccioso a strapiombo sul fiume Acheronte. Le grotte conservano, al loro interno, testimonianze di antichissime frequentazioni. Alcune leggende, poi, le accomunano ad Alarico, re dei Visigoti, morto nei pressi di Cosenza nel 410 d.c. dopo aver saccheggiato Roma e qui sepolto insieme con tutto il suo tesoro.

Si ricordano ancora due importanti luoghi sacri: il Santuario di Santa Maria dell’Accoglienza, situata nella parte alta del paese ed inclusa fra le chiede giubilari per il Giubileo straordinario della Misericordia indetto nel 2015 da Papa Francesco e la Chiesa di San Pietro e San Bartolomeo, originariamente collegata ad un convento domenicano, soppresso nel 1809, nella parte bassa del paese.

Da gustare

Mendicino, fino a pochi anni fa città del pane, con numerosi forni sparsi su tutto il territorio, oggi conserva una tradizione casearia. Ottimi gli insaccati prodotti sul territorio. Nei periodi autunnali è possibile gustare piatti a base di funghi, rigorosamente provenienti dai suoi boschi. Inoltre sono presenti diversi castagneti, che nel periodo autunnale producono i loro frutti e rendono il paesaggio particolarmente suggestivo. Tipica è la “Festa della castagna” che si tiene ogni anno ed in cui si possono gustare le castagne locali e tanti piatti tipici della tradizione mendicinese.

Cosa fare

Oltre ad un'approfondita visita storico culturale all’antico Borgo Medievale, durante tutto l’anno, ma particolarmente nei periodi da maggio a ottobre, non può mancare una visita a Monte Cocuzzo, che con la sua vetta più alta raggiunge  i 1541 metri slm. Da qui è possibile godere di una vista spettacolare  a 360 gradi con terra, cielo e mare che si fondono in uno spettacolo unico, con panorami suggestivi che abbracciano la Calabria tirrenica intera e le isole Eolie. Ideale per trascorrere una giornata all’aria aperta.

Nel periodo pasquale spicca sicuramente la manifestazione del “Juovi Santu”, che potrebbe risalire addirittura al medioevo. Vengono messi in scena, per le vie del borgo,  l’ultima cena, il Processo a Gesù e la Via Crucis, che culminano con la crocifissione sotto la torre dell’orologio in prossimità del rione Castello.

Il 13 dicembre, si prepara in piazza Municipio la cuccia in onore di Santa Lucia. Si tratta di un piatto preparato secondo le antiche tradizioni, in una grande pentola (a quadara), in cui vengono cucinati, insieme, tredici diversi ingredienti fra cereali e legumi. La cuccia viene degustata, in modo conviviale, nel pomeriggio dello stesso giorno di Santa Lucia

Nelle ultime giornate di agosto, si tiene il Festival Radicamenti, festival delle tradizioni, delle radici e della cultura popolare che, ogni anno, ospita artisti di fama nazionale ed internazionale.