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Il borgo di Fara San Martino è immerso nella splendida area naturalistica del Parco Nazionale della Majella ed è definito come “capitale mondiale della pasta”, data la presenza di celebri pastifici come De Cecco, Delverde e Cocco, sul suo territorio.

Il Borgo di Fara San Martino

Le gole della Valle di Santo Spirito e della Valle Serviera incorniciano il centro abitato di Fara San Martino che, a sua volta, domina il paesaggio sul fiume Verde, le cui acque sono fondamentali per l’economia delle industrie della pasta.

Terra vecchia, la parte più antica del borgo, conserva intatta la struttura di borgo fortificato sopravvissuta al secondo conflitto mondiale, alla quale si può accedere attraverso la Porta del Sole per poi proseguire tra le intricate vie che caratterizzano questa zona del borgo.

Nel territorio di Fara San Martino e della vicina Palombaro è istituita la “Riserva Statale Fara S. Martino – Palombaro”. Vaste aree coperte da faggi, pino mugo, pino nero e altre specie botaniche di notevole interesse naturalistico, abitate da numerose specie di uccelli, dall’Orso Bruno Marsicano e dal Lupo Appenninico, caratterizzano la riserva.

Fara San Martino Panoramica

 

La Storia

Le origini del paese di Fara San Martino risalgono all’epoca medievale, come testimoniato dalla Chiesa di San Pietro e da quella di di San Martino, annessa a un monastero benedettino da cui è sorto successivamente il centro abitato di Fara o “Farah”. Il termine è di origine longobarda e deriva dal germanico Fahren (spostamento) che poi nel tempo si è evoluto in Fara (forma di insediamento stabile), mentre il termine San Martino è dovuto all’Abbazia eretta in onore di San Martino, vescovo di Tours.

Il borgo più antico rimase sotto la giurisdizione dei monaci benedettini fino al XV secolo per poi passare sotto il controllo del Vaticano. Feudo della famiglia Valignani nel XVI secolo, Fara San martino viene poi venduto a Melchiorre Reviglione.

Durante l’ultimo conflitto mondiale il borgo venne notevolmente danneggiato e gli unici elementi originari che ad oggi ritroviamo, sono concentrati nel nucleo più antico del paese, noto come il borgo medievale di Terra Vecchia.

Da vedere

Il centro storico di Fara San martino custodisce molti tesori da visitare a partire dall’antico borgo medievale di Terra Vecchia e da Palazzo Di Cecco, un edificio residenziale su due livelli più seminterrato, scanditi all’esterno da cornici marcapiano, e finestre decorate. Il portale presenta superiormente un arco a tutto sesto.

Sempre nel centro storico troviamo numerose chiese: la parrocchiale di San Remigio, risalente al XIII secolo; la Chiesa dell’Annunziata, costruita nel corso del cinquecento; la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e quella della Madonna del Suffragio risalente al XVIII secolo.

Fara San Martino Chiesa Suffragio

La chiesa di San Nicola e la Cappella della Santissima Trinità sorgono nella valle del Fiume Verde.

Nella Piazza Municipio è da poco sorto il Museo Didattico, a cura del Corpo Forestale che si occupa di gestire il Centro Visite del Parco Nazionale della Majella.

L’aspetto naturalistico rappresenta un tassello fondamentale per lo sviluppo turistico di Fara San martino. Numerose sono le grotte di natura carsica presenti sul territorio come la grotta “Porca degli Angeli”, la grotta del “Peschio”, quella dei “Diavoli” e “de li Trazzir”. Particolarmente suggestive sono le sorgenti del Fiume Verde e le Gole di S. Martino (dove è possibile vedere i resti dell’omonima abbazia).

La possibilità di organizzare passeggiate, giornate di trekking e escursioni a cavallo sono una delle peculiarità di questo borgo.

Da gustare

La pasta rappresenta la specialità gastronomica per eccellenza di Fara San Martino. Accanto ad essa troviamo prodotti ottenuti da materie prime locali come l’olio extravergine d’oliva, il pecorino, e la ricotta.

Tra le ricette tradizionali spiccano il ragù d’agnello, i tarallucci lessati, gli uccelletti ripieni, i mostaccioli, gli amaretti e i cajiciunitte, tipici del periodo natalizio.

Cosa fare

Numerosi sono gli eventi tradizionali ancora esistenti e festeggiati nel borgo di Fara San Martino. Il 19 marzo si festeggia San Giuseppe: in passato, per celebrare questa festività, si accendevano fuochi con siepi di rovi e profumato ginepro, mentre oggi viene acceso un solo grande falò che illumina suggestivamente il vallone di Fara, intorno al quale degustare prodotti tipici.

L’ultimo sabato di questo mese viene organizzata la tradizionale festa dell’Annunziata, nell’antico borgo medievale di Terravecchia.

Il 29 giugno, per celebrare San Pietro, si svolge una scampagnata verso le sorgenti del Fiume Verde e si allestisce una fiera di prodotti locali. Pochi giorni dopo, il 2 luglio, si prosegue alla scoperta del territorio con la marcia ecologica di Val Serviera, un percorso di circa 15 km che termina la sera con la sagra della pasta presso le sorgenti.

Questa sagra viene ripetuta la terza domenica di agosto in concomitanza con la Scarpinata Farese. Dal 23 al 25 si celebrano le feste patronali di S. Antonio, S. Emidio e S. Rocco con tradizionali riti religiosi, serate di musica e uno spettacolo di fuochi pirotecnici.

Fara San Martino Gole

Sempre nel mese di agosto si tiene l’ormai attesissima manifestazione “Gole&Sapori”,un evento della durata di tre giorni dedicato soprattutto alla pasta e arricchito da musica, talk-show, spettacoli, rievocazioni storiche delle arti e dei mestieri, mostre fotografiche e tanti stand enogastronomici.

La prima domenica di settembre si tiene il Gran Fondo Verd’Aventino – Memorial Levino Tavani, una manifestazione di ciclismo amatoriale a carattere nazionale.

L’11 novembre si rievoca San Martino e , in particolare, un episodio della sua vita quando il Santo donò metà del suo mantello a un povero mendicante infreddolito. La commemorazione si celebra con la Fiera di San Martino e la Sagra delle caldarroste.

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