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Situato su un altopiano, al centro di una verde conca, Civita d’Antino regala un panorama spettacolare, che abbraccia tutta la catena dei Simbruini, le due vette del monte Vigilo, le selvose montagne di Morino con la sua riserva naturale e l’aspro paesaggio del Pizzo Deta.

Il Borgo di Civita d'Antino

Questo borgo della Valle Roveto è noto per aver ospitato a fine ‘800 il pittore danese Kristian Zahrtmann che lo fece diventare un crogiolo di pittori e intellettuali attraverso la creazione di una scuola di pittura estiva per artisti scandinavi che dipinsero numerosi quadri ritraenti paesaggi e costumi locali, alcuni dei quali di elevato valore artistico. 

 

La Storia

Conosciuta come Antinum, è stata un’importante città della Marsica e successivamente strategico Municipio dell’Impero romano come testimoniano reperti ed epigrafi emerse durante scavi archeologici.

In epoca medievale il territorio ebbe un notevole sviluppo grazie alla presenza di una ricca nobiltà che donava appezzamenti di terra e faceva ergere chiese allargando i confini dei possedimenti ecclesiastici di Civita d’Antino, molto più estesi rispetto a quelli odierni.

Per la sua posizione ebbe un ruolo di rilievo, anche, negli scontri tra guelfi e ghibellini che si susseguirono a partire dal XIII secolo.

Il territorio venne poi a lungo colpito da una serie di epidemie di peste che causarono un preoccupante calo demografico. La situazione migliorò intorno ai primi dell’ ‘800 quando con Giocchino Murat assunse il ruolo di Comune Centrale.

Intorno al 1883 fino al 1915, anno del terremoto della Marsica, Civita d’Antino divenne la casa di pittori nordici che ritrassero il territorio abbracciando l’impressionismo per immortalare i paesaggi della Valle Roveto.

Da vedere

La Chiesa di Santo Stefano, distrutta a seguito del terremoto del 1915 e ricostruita nel 1945 nello stesso luogo e con le stesse linee architettoniche originali di arte barocca. Al suo interno conserva ancora, da un paziente lavoro di restauro, preziosi dipinti e suppellettili del '700.

A 1200 metri slm, nella Serra Lunga ecco l'Eremo Madonna della Ritornata meta della suggestiva processione che nell'ultima domenica di agosto di ogni anno accompagna la Madonna della Ritornata dalla Cappella sul monte al paese di Civita.

Possente la Torre dei Colonna e sono ancora intatti e visibili i resti della casa natale di San Lidano, religioso ed abate benedettino nato a Civita d’Antino nel 1026 il cui nome si lega alla bonifica delle paludi pontine.

Palazzo Ferrante è nel cuore del borgo e porta il nome di una delle famiglie più importanti di Civita d’Antino protagoniste della storia del paese dal XVI secolo. Il Palazzo che comprende la Cappella gentilizia della SS. Concezione e i giardini chiamati popolarmente "giardini vaticani", ha subito dei forti danneggiamenti al piano superiore durante il terremoto del 1915, conserva tuttavia i fasti  e le suggestioni del passato.

Salendo lungo una scalinata in ciottoli, si attraversa Porta Flora, unica porta di accesso rimasta, e si arriva alla Pensione Cerroni, conosciuta come Casa dei pittori danesi durante gli anni di permanenza dell’artista Kristian Zahrtmann. All’interno della casa si possono vedere 89 stemmi ognuno dei quali rappresentante l’artista che lo ha ideato. Dal 1877 ai primi anni del novecento, infatti, pittori danesi noti quali Kristian Zahrtmann, Peder Severin Krøyer e Peter Christian Skovgaard si stanziarono a Civita d'Antino producendo numerosi quadri ritraenti paesaggi e costumi locali, alcuni dei quali di elevato valore artistico. Anche oggi perdura la corrispondenza artistica tra la Danimarca e Civita d'Antino.

In prossimità del paese si può vedere il cimitero monumentale napoleonico, che oltre ad essere di notevole rilevanza architettonica fu tra i primi ad essere realizzato secondo le regole dell’Editto di Saint Cloud del 1804  che stabiliva che le tombe venissero poste al di fuori delle mura cittadine in luoghi arieggiati e senza lapidi per non fare discriminazioni tra i defunti.

Da gustare

I piatti della tradizione di Civita d’Antino sono il frutto delle varie anime caratterizzanti la storia stessa del borgo: il mondo rurale e quello medievale, la realtà monastica e quella del brigantaggio. Tra le specialità: ravioli di ricotta, fettuccine, pasta alla chitarra, pane, dolci e formaggio di produzione locale.

Cosa fare

Dal borgo di Civita d'Antino partono piacevoli escursioni verso mete interessanti, da percorrere a piedi, in mountain bike e a cavallo. Alla pineta, che si raggiunge con mezz'ora di cammino, arrivando ai piedi della montagna; al laghetto delle Pratelle, a 1600 metri di altezza, tre ore di cammino per raggiungere il piccolo lago montano; al Monte Romanella, attraverso un tinerario di media difficoltà fin sulla vetta,dove godere del panorama sul Gran Sasso, la Piana del Fucino e  la Maiella. Poi c'è l'escursione chiamata "San Francesco" in un'ora di cammino comodo si raggiungere una fonte di acqua fresca e diuretica e il cammino fra boschi di faggio per raggiungere l'Eremo della Madonna della Ritornata, incastrato sotto una roccia immensa.

Non mancano anche eventi e manifestazioni durante tutto l’anno.

Tutti gli anni a settembre a cura dell’Amministrazione Comunale, della Pro-Loco e del comitato feste prende vita  "Civita in Arte", una manifestazione culturale nata per valorizzare il borgo antico e i luoghi dipinti dal maestro danese Kristian Zahrtmann e dai pittori scandinavi tra il 1877 ed il 1915..

La seconda domenica dopo ferragosto: festa di Santo Stefano, San Lidano e della Madonna della Ritornata .

Il periodo autunnale fa rivivere la corsa della botte, competizione a squadre che riscopre l'antica attività dei cantinieri di far rotolare le botti lungo un percorso cittadino.

 

LINK utili

La suggestiva storia dei pittori scandinavi