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Bidonì è uno dei borghi più piccoli della Sardegna e sorge nei pressi del Lago Omodeo, uno dei laghi artificiali più grandi d’Europa. Il centro abitato gode di uno splendido panorama e fa parte della comunità ospitale Domos Rujas, insieme al borgo autentico di Sorradile (Or).

Il Borgo di Bidonì

Situato nella regione storica del Barigadu, dal latino “valicare” a conferma della posizione centrale e di passaggio di questo territorio fin dai tempi più remoti, il Borgo di Bidonì è circondato da immensi campi destinati all’agricoltura e alla pastorizia.

L’origine del nome è data dall’unione di due parole fenicie: “beth” che significa paese, “onì” che significa fonte, per indicare la zona particolarmente ricca di acque fin dall’antichità.

La Storia

Il territorio di Bidonì è disseminato di antichi resti risalenti al periodo pre-nuragico e nuragico che testimoniano le sue antiche origini e la presenza dell’uomo fin da tempi remoti. Il ritrovamento di un tempio dedicato a Giove su un colle all’ingresso del centro abitato indica il passaggio del popolo Romano sul territorio.

I primi documenti che attestano l’esistenza del villaggio risalgono al 1157 quando il paese venne dato in dono da Barisone, Giudice di Arborea, come pegno d’amore alla sua sposa Agalbursa. Durante il Medioevo passò sotto la giurisdizione della curatoria di Parte Guilcer, sino alla conquista aragonese. Durante la dominazione spagnola venne controllato della famiglia De Ligia.

Dal XVI al XVII secolo, a causa di numerose carestie e pestilenze, l’area si spopolò notevolmente e nel XVIII secolo divenne prima marchesato della famiglia Todde e poi passò alla famiglia Pes, fino all’abolizione del feudalesimo nel 1839.

Da vedere

Passeggiare per le strette vie di Bidonì è come tornare indietro nel tempo: strade acciottolate, antiche case in trachite, la pietra rossa locale, e monumenti che raccontano una storia antica.

La chiesa romanica di San Pietro, situata all’interno del cimitero, risale al 1200 e all’interno conserva un’iscrizione funeraria datata IX secolo d. C.

Poco lontana dal paese sorge la chiesa campestre di Santa Maria di Ossolo, di impianto medievale ma ricostruita e modificata nel 1632. Secondo la tradizione sarebbe stata costruita per atto di devozione alla Vergine da parte di un soldato di Bidonì, che avrebbe combattuto contro i Mori.

Attraversando il paese e prendendo la strada di “Lochele”, sul colle “Onnariu” si possono ammirare le rovine di un Tempio dedicato a Giove risalente al 50 a.C., come testimonia l’epigrafe incisa sull’altare. La sua importanza è dovuta al fatto che questo è, in tutta la Sardegna, l’unico edificio sacro in ambiente campestre dedicato alla massima divinità pagana, ed uno dei tre finora scoperti in tutto il Mediterraneo. Diversi frammenti di vasellame rinvenuti al suo interno testimoniano l’occupazione dell’area in un periodo compreso tra II e I secolo a.C. Di fondamentale importanza è stato il rinvenimento delle due iscrizioni latine “Dei” e “Iovis”, da intendersi come “altare del dio Giove”.

La macchia mediterranea domina il territorio del Borgo e la fauna è rappresentata soprattutto dagli uccelli, sia stanziali sia migratori, come la ghiandaia marina, il falco pellegrino, il falco pescatore e il piro piro piccolo. Il lago Omodeo fa da cornice a questo splendido territorio collinare e rappresenta un’importante attrazione soprattutto per gli appassionati di sport acquatici.


Tra le case del Borgo sorge un museo molto particolare “Sa ‘omo ‘e sa majarza”, la casa della strega o museo delle streghe. Frutto di un accurato lavoro etnografico, al suo interno viene raccontata la storia della stregoneria in Sardegna e del periodo dell’Inquisizione. Maschere tipiche e amuleti mostrano e raccontano, invece, le tradizioni e le leggende che ancora si tramandano nell’Isola.

Da gustare

Pietanze semplici, finemente aromatizzate con le spezie e i prodotti offerti dalla terra caratterizzano la cucina tradizionale di Bidonì. Il piatto più rappresentativo del Borgo sono sos culurzones de patata, i ravioli di patata. Durante il periodo pasquale si cucina s’anzone, l'agnello arrosto al quale, ormai da numerosi anni, viene dedicata una sagra apposita.

I dolci tipici sono tantissimi e ve ne sono di specifici per ogni periodo, ad esempio a Carnevale si gustano sas tzipulas (fritelle). I dolci più importanti e tradizionali sono quelli di mandorle.

Cosa fare

Numerose sono le feste che si svolgono nel borgo di Bidonì. Si inizia il 17 gennaio con l’accensione del falò di Sant’Antonio. Il Lunedì dell’Angelo si tiene l’ormai attesissima Sagra dell’agnello, durante la quale i visitatori hanno la possibilità di degustare la carne, cucinata secondo le diverse ricette tradizionali, nello splendido scenario della Pineta di Istei, a pochi metri dalle rive del Lago. Il 24 giugno si festeggia San Giovanni, patrono del Borgo, con i riti religiosi e civili.

Dal 30 agosto all’8 settembre la comunità celebra la novena in onore di Santa Maria di Ossolo nell’omonima chiesa campestre. Nove giorni in cui si svolgono le funzioni religiose e quelle civili caratterizzate da balli e canti tradizionali e spettacoli di varietà.

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