Tu sei qui

Immerso tra vivacissimi boschi e falesie, da cui si può ammirare il volo dei grifoni, il Borgo Autentico di Montresta è noto per i suoi bellissimi murales e per l’arte dell’intreccio di giunco e asfodelo nella produzione di meravigliosi cestini realizzati a mano

Il Borgo di Montresta

Montresta sorge su una collina, quasi una culla, e si porta appresso un’aria di Grecia impigliata nelle cupole della sua chiesa vecchia che tradisce le sue origini. Il suo centro storico pavimentato in pietra con le sue case colorate di semplice struttura, i fiori nei balconi e nei portoni, i colori dei panni stesi, ne fanno un borgo mediterraneo di media collina dove vivere e riposare ritemprando il corpo e lo spirito. Qui si respira il profumo delle fioriture della macchia mediterranea che si interseca coi lecci, gli olivastri e le querce e che protegge il borgo quasi in un abbraccio di madre, lasciandogli aperto in faccia uno spazio immenso per il maestrale a mitigarne la calura estiva e a ricordargli che sta in terra di Sardegna.

Qui si vive lentamente, le giornate e il sole durano più che altrove, in una atmosfera familiare ci si affeziona in fretta e ci si sente a casa. Come diceva Pavese: “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. “

La Storia

Montresta, così dov’è ora, nasce a cura di Carlo Emanuele III coi suoi architetti e i coloni Greco – Manioti in arrivo dalla Corsica nel 1751. Dopo le prime difficoltà iniziali e l’ostilità dei bosani che vantavano diritti su quel territorio, la Corona ha la meglio, vince la causa con Bosa, ma i coloni di Mani non hanno vita facile, tallonati dai vicini di casa e accusati di ogni nefandezza, si ritrovano ad essere abbandonati dopo pochi anni da chi li aveva portati in Sardegna.

Il Papa scrive al Re saputo del progetto di ripopolamento, scoperto che Montresta non era il progetto di un paesino ma quello di una città con tanto di ospedale e diocesi greco ortodossa. Convince il Re, che aveva dato la parola alla famiglia degli Stefanopoli Comneno, che i 4000 Manioti di Grecia potevano arrivare a Montresta solo se giuravano fedeltà alla Chiesa di Roma. Facile capire come è finita la storia della città di “Montresta la Greca” per ridimensionarsi in “Montresta, paese di Sardegna”.

 

 

Cosa fare

Montresta è per chi ama la natura, gli orizzonti, l’aspetto aspro e dolce dei suoi paesaggi. I silenzi dei boschi, l’odore dei fiori e della macchia, le piante officinali, il volo dei grifoni, l’archeologia e i percorsi natura, il trekking, i percorsi in mountain bike.

Silva Manna, S’Aspru, Cugurrela, Su Casteddu, Baldu Druche, Sa Punta ‘e S’Abile non vi diranno nulla ma capirete subito cosa vi trasmettono, diventando ben presto luoghi del cuore.

Le acque cristalline dell’alto Temo e il suo bacino consentono di vivere un’avventura in canoa o una giornata di pesca o semplicemente un pranzo immersi nella natura selvaggia, dentro il regno dei rapaci, dei cinghiali, delle martore, delle lepri e delle volpi. Il mare delle coste bosane è a un quarto d’ora di auto percorrendo una strada panoramica che apre a paesaggi di grande suggestione di una tra le più belle e incontaminate coste della Sardegna. E poi le rondini sui  tetti, i murales da vivere e la notte in piazzetta fino al mattino. La luna è nostra, si sa.