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Montelapiano è il più piccolo borgo d’Abruzzo. Adagiato su una roccia di calcare marnoso, al centro della Val di Sangro, a metà strada tra le montagne di Roccaraso e il Mare Adriatico, il paese gode di un panorama unico che certamente rappresenta il suo punto di forza.

Il Borgo di Montelapiano

Montelapiano sorge sulle pendici del Monte Vecchio, rilievo appenninico che raggiunge i 1.016m s.l.m. La conformazione del territorio è quella tipica degli Appennini abruzzesi, caratterizzata da ampi panorami, spaziose superfici boscose e verdi pascoli. Il borgo, grazie alla suggestiva vista, può essere paragonato ad una terrazza panoramica  che apre su tutta la Val di Sangro.

Da qui si possono osservare il massiccio della Maiella, le cime delle Mainarde e dominare l’intera valle, caratterizzata dai suoi paesini arroccati sulle alture. La vista spazia fino al mare, abbracciando la costa adriatica, e soffermandosi sul lago di Bomba, nato da uno sbarramento artificiale del fiume Sangro, secondo in Abruzzo per portata delle acque ed estensione. La diga, costruita in argilla, si trova all’altezza di Bomba dove forma l’omonimo lago che si estende, per sette chilometri, fino a Pietraferrazzana.  

La vicinanza con il mare, che è solo a mezz’ora di strada, rende questo territorio ancora più appetibile per visitatori e cittadini.

La Storia

Nel Catalogo dei Baroni del XII secolo il sito di Montelapiano non viene citato, mentre compare quello di Monte Santangelo, denominato all’epoca Monte Ursario. Questi luoghi ora sono riconducibili a Montevecchio e alla cima, senza nome, che si erge in prossimità di Buonanotte (Montebello sul Sangro).

Le notizie in merito al centro abitato sono scarse, almeno fino alla seconda metà del XV secolo, quando nel 1476, Montelapiano, allora chiamato Montelapidario, entrò a far parte, insieme ad altri feudi, della dote di Giovanna III d’Aragona, andata in sposa a Ferdinando I di Napoli, per poi essere donata a Fabrizio Colonna. Diverse le famiglie che si succedettero, con il passare degli anni, al controllo della piccola universitas : dopo i Colonna e i Mellucci originari di Capua, dominarono i Carafa e successivamente i Caracciolo.

Fonti storiche parlano di vari feudatari anche a Monte Santangelo, come il normanno Rainaldo figlio di Aniba, i francesi Raoul e Matilde de Courtenay, Filippo di Fiandra, Napoleone Orsini, Raimondo Caldora e i suoi eredi. Secondo la leggenda locale il borgo sarebbe stato abbandonato a causa di un’invasione di formiche. Tra le cause reali dell’abbandono del villaggio di Montevecchio potrebbe esserci, invece, il terremoto che colpì la zona nel 1456, che avrebbe fatto prosciugare le sorgenti locali, costringendo la popolazione a spostarsi a Montelapiano.

Dopo la fine del feudalesimo, durante il XIX secolo, ex principi e baroni, divenuti borghesi benestanti, acquisirono le terre migliori, depauperando i contadini, costretti ad emigrare. Nello stesso secolo si persero le tracce dell’antico castello, che fu sostituito da un sontuoso palazzo edificato di fronte alla chiesa di Sant’Antonio da Padova in cui si insediano i principi Caracciolo ed i baroni Mellucci. Per quanto riguarda la storia più recente di Montelapiano, si ricorda nel 1929 il passaggio a frazione di Villa Santa Maria, centro limitrofo più grande, come conseguenza di una legge fascista. Solo nel 1947, dopo numerose pressioni e sfiancata dalla Seconda Guerra Mondiale, Montelapiano torna a essere comune autonomo.

Da vedere

L’antico agglomerato urbano con le sue stradine strette, le lunghe scalinate, gli scorci pittoreschi sulle antiche dimore e le ampie piazzette, nonché la vista panoramica sulla valle sottostante fanno di Montelapiano un luogo delizioso dove trascorrere il tempo in tutta tranquillità.

Il paese, le case, i portali sono testimonianza della più importante risorsa che il territorio ha offerto nel tempo ai suoi abitanti: la pietra. Popolato in passato da muratori e carpentieri che hanno saputo sfruttare ampiamente questo materiale, il borgo è caratterizzato da abitazioni in pietra locale con portali che ricordano vere e proprie sculture. I due palazzi più importanti, oltre alla chiesa parrocchiale, sono un esempio della bravura di questi scultori, di cui ancora oggi gli abitanti vanno orgogliosi.

La visita al paese è quanto mai interessante, anche grazie all'ultimazione di un'opera dell'artista Rita Fantini, la decorazione con ceramiche colorate di una lunga scalinata, 65 scalini decorati a mano dall'artista Rita Fantini, che racconta la storia di Montelapiano.

Ad accogliere i visitatori, la Villa Comunale con il vicino Municipio, luogo di accesso al piccolo centro storico. Qui sorge una chiesetta dedicata a Sant’Antonio, restaurata nel 1867, con portale settecentesco sovrastato da due nicchie, in una delle quali è alloggiata una piccola campana. Proseguendo si giunge al belvedere, caratterizzato dall’ampio panorama verso la Val di Sangro e i monti circostanti.

Attraverso una scalinata si raggiungono piazza Umberto I e Palazzo Marinelli, con portale e figure in pietra. Sempre nel centro storico sono ospitati anche la chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo, con portale in pietra messo in opera nel 1849 e scolpito dal maestro Fiorindo Palumbo di Montelapiano, e l’imponente palazzo De Prospero. A pochi chilometri dal paese si trova invece l’antica cappella rurale dedicata alla Madonna degli Angeli.

Di particolare interesse sono anche i dintorni del paese, caratterizzati da un importante patrimonio naturale. Ad esempio la fonte di Ficoretta, una piccola zona attrezzata per pic-nic, immersa nella natura delle campagne e dei boschi circostanti. Di maggiore interesse però è Fonte Putile, le cui preziose acque sulfuree sono state convogliate in una più comoda fontana. Lontana dalla strada e dal traffico estivo, questa fonte è meta preferita di molti turisti ed escursionisti.

Da gustare

Il periodo di Pasqua è l’ideale per assaggiare la tradizionale Pupa, una torta tipica che assume la forma di bambola, se destinata in dono a una ragazza, o di castello se destinata a un ragazzo. Nel primo caso avrà anche una gonna frastagliata (che accoglie meglio l’chiuodr – l’albume dell’uovo sbattuto a neve con lo zucchero) e nella pancia, come simbolo di fertilità, un uovo intero. Altro piatto della tradizione pasquale è il fiadone, diffuso in buona parte della cucina abruzzese. E ancora da assaggiare sono i tagliolini e fagioli (tagnariell e faciuol), lasagne a pezzi (Sagn’ a pezz), le ferratelle (pzzell), la trippa di Nonna Maria Giovanna (la tripp d za Margiuann) e la trippa all’agro.

Cosa fare

Montelapiano è una delle tappe del Cammino di San Francesco Caracciolo e aderisce a Rocciapolitana d’Abruzzo, un camminamento pedonale e ciclabile ad anello di 135 km che parte ed arriva a Villa Santa Maria sfruttando percorsi già esistenti.

Periodo di grande vitalità per il borgo è tra l’estate e la primavera, quando ad animare la comunità locale e i visitatori, vengono organizzati diversi eventi. Non solo i consueti concerti serali in piazza, la banda, i cori tradizionali e musica per i più giovani, ma anche giochi per bambini, gare di danza e cucina, proiezioni di film all’aperto. Tra le feste e i rituali religiosi, il 14 maggio si festeggia San Bonifacio, santo patrono del paese, i cui festeggiamenti si protraggono per un intera settimana. Vengono poi celebrati Sant’Antonio e San Rocco con lunghe processioni che percorrono le strade montelapiane tra canti e preghiere. In particolare la festa di Sant’Antonio, celebrata il 17 gennaio, è famosa per il grande fuoco che viene accesso e alla cui preparazione partecipa tutta la comunità. La sera, riuniti attorno al grande falò, vengono cucinate salsicce alla brace accompagnate da un buon vino locale.

Nella seconda domenica di ottobre, un altro appuntamento di grande richiamo è la Sagra dei cuochi, che si tiene nella vicina Villa Santa Maria. Montelapiano, infatti, ha dato i natali a diversi cuochi e camerieri che oggi vivono in giro per il mondo. Grandi chef, tra cui gli stessi Montelapianesi, tornano in paese e gareggiano tra gli stand con coreografie culinarie da non perdere.  

Collegamenti utili

Abruzzo Turismo