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 Monte Rinaldo è un’accogliente borgo di circa 400 abitanti, che si erge tra la valle del fiume Aso e la valle del fiume Ete Vivo a 475 m s.l.m., a metà strada tra il mare Adriatico e i Monti Sibillini.

Il Borgo di Monte Rinaldo

Monte Rinaldo è un borgo immerso nel verde, con diversi belvedere che offrono panorami mozzafiato sui Sibillini e sul pittoresco entroterra fermano oltre ad alcuni interessanti scorci architettonici sui monumenti principali.

Vanto del territorio è il famoso tempio ellenistico-romano costituito da un porticato, da un tempio e da un edificio rettangolare ancora di incerta destinazione i cui resti monumentali lo rendono non solo uno dei più importanti della Regione, ma anche una gradita meta di escursioni a carattere culturale e turistico, alla scoperta dell’entroterra fermano.

Tra le prelibatezze culinarie si evidenzia il castrato e, ovviamente, le tipicità delle Marche Sud.

Oggi Monte Rinaldo si presenta come un’importante meta culturale, enogastronomica, naturale e paesaggistica delle Marche.

La Storia

Le origini di Monte Rinaldo non sono supportate dalla presenza di documentazione certa e le notizie sono poche e confuse: in una guida di Ascoli Piceno del 1889 il nome del castello viene messo in connessione con un certo Rinaldo Morico, vissuto intorno al secolo XIII, figlio naturale di un discendente della nobile famiglia dei Monteverde. Un’altra tradizione di ricerca vuole associata l’origine del nome “Monte Rinaldo” a quella di due paesi limitrofi, Monsampietro Morico e Sant’Elpidio Morico: secondo una tradizione che si perde nella leggenda i tre castelli avrebbero avuto la stessa genesi che vede come protagonista il conte normanno Malugero Melo, figlio di Dragone D’Altavilla.

Nel corso degli anni il suo nome pare aver mutato prima in Conte Morgero e poi in Conte Morico, come si evince da un’iscrizione trovata nella Chiesa di San Gregorio nel vicino borgo di Monsampietro Morico. Secondo la fonte del 1863, tale Conte Morico ebbe un figlio illegittimo al quale lasciò duemila fiorini d’oro, e due figli legittimi dall’amata moglie Morica, a ciascuno dei quali lasciò un castello. Uno di essi, chiamandosi Rinaldo, diede il nome all’abitato di Rinaldo Morico, successivamente mutato in Monte Rinaldo.

La prima fase di edificazione del castello va posta agli inizi del 1200 con ampliamenti verso la fine del 1300 e successivi rimaneggiamenti nel corso del ’400. Il circuito originario delle mura, facilmente identificabile perché di forma quasi perfettamente circolare e costruito in pietre e laterizi, fu realizzato nel XIII secolo: da porta Romana, procedendo in senso orario, le mura raggiungevano l’attuale torretta dell’orologio dislocata ad est, proseguivano quindi sul lato sud, ricongiungendosi ad ovest a porta Romana, ingresso principale al castello. All’interno di questo perimetro spicca attualmente il campanile con l’orologio che domina la piazza del paese, quasi completamente circondata sul lato sud dall’imponente facciata di Palazzo Giustiniani, elegante residenza nobiliare rococò.

Nel corso del XIV e XV secolo il primitivo nucleo fortificato si ampliò progressivamente poiché le popolazioni di castelli limitrofi, come il vicino Bucchiano, abbandonavano le loro abitazioni distrutte dalle continue guerre tra territori limitrofi per trasferirsi sul pianoro di Monte Rinaldo, più sicuro dal punto di vista strategico.

 

Da vedere

Area Archeologica “La Cuma”

In località “La Cuma” di Monte Rinaldo (FM), nella media Valdaso, sorge una struttura che può dirsi unica nell’Italia medio-adriatica poiché testimone dell’intervento diretto di Roma in quest’area del Piceno: si tratta di un santuario romano del II-I secolo a.C. che occupa i ripidi pendii collinari sui quali si trova l’attuale borgo di Monte Rinaldo. Il versante collinare digrada sensibilmente da nord-ovest verso sud-est e l’area si presenta come una larga platea in pendenza che in antico si articolava su diversi livelli, probabilmente con più terrazze disposte in sequenza che favorivano un suggestivo effetto scenografico. Il complesso del santuario è costituito da tre edifici: un tempio che si trova al centro dell’area archeologica, un sacello, ovvero un edificio di culto minore, che si trova sul lato ovest del tempio, e un monumentale portico a due navate e doppio colonnato che chiude scenograficamente il lato nord e il lato est della piazza.

L’edificio al centro dell’area è un tempio di tipo italico di cui si conservano solo tratti di fondazioni pertinenti al podio. Nonostante l’esiguità dei resti architettonici attualmente visibili, soprattutto per quanto riguarda il tempio ed il sacello, grazie allo studio tuttora in corso sui materiali rinvenuti nell’area nelle varie campagne di scavo, si può affermare con ragionevole certezza che il complesso architettonico de La Cuma ha conosciuto almeno quattro fasi di vita che abbracciano un periodo di almeno tre secoli. L’assenza nell’intera area adriatica a questo livello cronologico di complessi analoghi documenta un rapporto diretto e privilegiato di questo territorio con l’Urbe tra III e I secolo a.C. e fa del santuario di Monte Rinaldo un unicum assoluto.

Palazzo Giustiniani

Sulla piazza Umberto I si affaccia il settecentesco Palazzo Giustiniani che si innesta lungo la cinta muraria dell’antico castello di Monte Rinaldo ed è stato ricavato dall’accorpamento di cellule edilizie preesistenti di età medievale, come è chiaramente visibile in facciata. Residenza nobiliare in stile rococò della nota famiglia Giustiniani che conosciamo anche per il romano Palazzo Giustiniani, sede della Presidenza del Senato. I Giustiniani, pur avendo origini genovesi, giunsero prima a Fermo dall’isola di Chio, dove amministravano i commerci per conto della Repubblica di Genova, e quindi a Monte Rinaldo dove possedevano numerosi terreni.

L’edificio, a pianta rettangolare, si sviluppa su quattro livelli: il piano seminterrato era destinato a cantine e magazzini e godeva anche di un ingresso indipendente che si apre direttamente sulla piazza attraverso una rampa in mattoni di laterizio. Il piano terra, oggetto di rimaneggiamenti che hanno modificato sensibilmente la disposizione degli ambienti interni, è stato adeguato alle esigenze abitative degli ultimi proprietari, che lo hanno occupato fino agli inizi degli anni ’90. Il piano nobile, residenza vera e propria della famiglia Giustiniani, presenta tutti i vani passanti e collegati trasversalmente tra loro, con pareti e soffitti riccamente decorati.

Da segnalare la stanza degli stemmi delle famiglie nobili del palazzo: la famiglia Giustiniani e la famiglia Porfiri di Camerino, casata di Francesca Porfiri unita in matrimonio a Carlo Giustiniani. All’estremità sinistra del piano nobile è presente una piccola cappella dedicata a Santa Flora martire. All’ultimo piano si trova l’attico di cui si apprezzano le aperture ovali in facciata. Molto interessante dal punto di vista estetico la facciata nord, quella prospiciente la piazza, con importanti interventi di armonizzazione come le finestre del piano nobile incorniciate da decorazioni in laterizio e travertino che risultano perfettamente allineate alle aperture ovali del sottotetto, create probabilmente a scopo decorativo, oppure il colmo del tetto decentrato verso nord per permettere di alzare la facciata.

La facciata sud invece, che si innesta sulle mura difensive, non ha avuto la stessa attenzione rimanendo priva di qualsiasi decorazione.

Chiesa del Santissimo Sacramento e Rosario

Costruita alla metà del 1700 per iniziativa dell’arcivescovo di Fermo Alessandro Borgia, denuncia nel nome la comproprietà delle confraternite riunite del Santissimo Sacramento e del Rosario fondate a Monte Rinaldo nel 1612 e nel 1625. Imponente la facciata di forme barocche con mattoni a vista e contrafforti laterali sui quali si aprono le finestre. Date le forme architettoniche si suppone l’attribuzione all’architetto Gaetano Maggi, molto attivo nel Fermano.

All’interno, navata unica con due cappelle per lato e pareti ritmate da elementi architettonici decorativi in stucco tipici dello stile rococò. Pregevoli le opere d’arte presenti appartenenti ad insigni pittori quali Filippo Ricci ed Antonio Liozzi, apprezzati artisti marchigiani. Nella chiesa sono inoltre conservate le reliquie di Santa Flora Martire, provenienti dalla Cappella di Palazzo Giustiniani, una tela del 1500 e un antico affresco di fine ‘400, oltre ad un organo meccanico dipinto risalente alla metà del XVIII secolo.

Chiesa dei Santi Leonardo e Flaviano

Oggi è il luogo di culto più importante di Monte Rinaldo poiché i Santi Leonardo e Flaviano vengono considerati Patroni del Paese. Sulla base di alcuni documenti è possibile affermare che la Chiesa venne costruita nel 1100, ma tali notizie non sono confermate. All’inizio del XIX secolo la chiesa era dotata di un campanile con tre campane: una di 1000 libbre, una di 400 e la più piccola di 40; e all’interno erano presenti ben cinque altari: l’altare maggiore, l’altare dedicato a Gesù e Maria, quello di san Martino papa, l’altare di San Carlo e quello di Sant’Antonio. Nel 1930 il nuovo progetto di consolidamento comportò purtroppo l’eliminazione di due altari e del campanile.

Museo Civico Archeologico (ex Chiesa del Crocefisso)

Nel Museo Civico Archeologico sono conservati i reperti ellenistici ritrovati in località “La Cuma”. Il Museo ha sede nell'ex Chiesa del SS. Crocefisso, edificata nel XII secolo e ricostruita nel 1662.

Chiesa di S. Maria di Montorso

Questa piccola chiesa è certamente una tra le più antiche della zona, nasce e si sviluppa in quel sistema organizzativo “curtis” della proprietà fondiaria diffuso tra l’VIII e l’XI secolo. Questa chiesa era collegata al Castello di Montorso, distante da essa soli 80 metri, ma oramai scomparso. Dopo l’XI secolo tale chiesa andrà a far parte del Castrum Buclani (Castello di Bucchiano). L’elemento determinante per la datazione storica è una piccola porta rivolta verso sud e costruita con materiale di recupero romano, probabilmente appartenuto al Santuario Ellenistico-Romano, rinvenuto in contrada Cuma. Quasi certamente questo tipo di porta, che si ritrova in molte chiese dell’inizio dell’epoca romana, arrivò in questo territorio grazie ai Monaci Benedettini. Al suo interno si conserva ancora una colonna di tipo tuscanico (II sec. A.C.) adoperata come acquasantiera.

Fonte di San Flaviano

La Fonte di San Flaviano è situata a Nord-Est del nucleo storico di Monte Rinaldo, nelle vicinanze della chiesa del SS.Crocefisso. Si ritiene che essa sia stata realizzata prima del XV secolo e che nel XVIII secolo abbia avuto una fase di consolidamento. La fonte è costituita da due apparati adiacenti: un’ampia volta che ospita una grande vasca servita da un’unica cannella; una vasca allungata, di forma rettangolare che si innesta direttamente sulla muratura sinistra dell’ambiente voltato. Questa fungeva da abbeveratoio e lavatoio ed è suddivisa in tre moduli di dimensioni variabili, funzionanti tramite il principio dei vasi comunicanti e collegati alla vasca principale tramite un semplice foro sulla muratura. La fonte è realizzata interamente in mattoni faccia vista con tracce di intonaco. Sulla parete di fondo una pietra posta al centro del paramento murario in mattoni riporta la data 1707 che corrisponde all’intervento di restauro della fonte di San Flaviano.

Il Castello di Bucchiano

Situato tra Monte Rinaldo e Montelparo, il Castellum Buclani, che si ergeva a guardia del torrente Indaco, come naturale e strategico luogo di transito e di controllo della media valle dell’Aso, rappresenta un caso singolare di doppia struttura articolata su un unico nucleo di fondazione. Di esso oggi ci sono pochi resti ma idealmente ricomposto, prendendo come riferimento la conformazione dell’altura, vedremmo ergersi un piccolo castello recinto da mura che doveva interessare tutto il perimetro del colle. È inoltre opportuno accennare che recenti note edite sull’area in esame identificano nel luogo i resti di una tomba romana.

Da gustare

Il Comune di Monte Rinaldo è noto per un prodotto gastronomico di nicchia: la bistecca di castrato, una carne particolarmente prelibata e ricca di gusto, ottima dal punto di vista qualitativo, e preparata con una lavorazione unica tramandata da anni.

Dal 1931 è prodotto il formaggio pecorino caratterizzato dal sapore aromatico datogli dal serpillo, un'erba che cresce spontanea nella Val d'Aso, fondamentale nutrimento per gli ovini il cui latte è utilizzato per produrre questa specialità.

Altri importanti piatti della gastronomia monterinaldese sono la porchetta, fatta con maiali grassi e i fegatelli di maiale al forno. Quest'ultimo è un piatto preparato già nei primi anni del Novecento con le interiora e il sangue del maiale, cotti al forno e conditi con il sugo della porchetta.

La zona è inoltre ricca di frutta e verdura prodotta nella Valle. Anche qui, come in tutto il fermano, viene prodotto un particolare vino, chiamato vino cotto, un mosto di uve fatto cuocere in pentoloni di rame.

Cosa fare

Oltre a visitare Monte Rinaldo e le sue particolarità in autonomia, vi è la possibilità di partecipare a numerosi eventi organizzati:

Maggio

  • Una passeggiata archeologica  con inizio dal borgo di Monte Rinaldo fino all’Area Archeologica “La Cuma” passando per i principali monumenti del paese e tra sentieri escursionistici.

Giugno e Luglio

  • Campagna di ricerche archeologiche presso l’Area archeologica “La Cuma” svolta in collaborazione con Università “Alma Mater Studiorum” di Bologna, con Soprintendenza Marche, e con Accademia Britannica di Archeologia.
  • 10 giugno Festa della Madonna della Neve. Un appuntamento particolarmente sentito dai residenti e conosciuto nei territori circostanti che continua dal 1693. Il  10 giugno di ogni anno tradizione e religione si incontrano per questo evento come ringraziamento per la protezione dalla grandine.
  • Capitello d’oro – Festival Canoro per bambini e ragazzi: un evento oramai tradizionale e di particolare importanza per tutti i bambini e ragazzi che vogliono mettersi alla prova per tentare la carriera nella musica.

Giugno - Settembre

  • Stagione culturale estiva dell’area archeologica “La Cuma”: conferenze, concerti e spettacoli teatrali che si svolgono tra l’Area Archeologica ed il borgo di Monte Rinaldo aperti a tutti.
  • Monte Rinaldo Outdoor – passeggiate naturalistiche ed escursioni in e-bike tra le dolci colline della Valle dell’Aso (anche in notturna).

Agosto

  • Sagra della Bistecca e dello spiedino di castrato: tradizione sagra del prodotto tipico locale.
  • Al Convivio di Giove: cena degustazione all’aperto che si svolge nello splendido scenario di Piazza Umberto I nel centro storico del borgo per gustare i prodotti tipici locali in chiave gourmet.

Ottobre

  • Tipicità e Archeologia: tradizionale festa d’autunno con canti, balli popolari, mercatini caratteristici di prodotti tipici locali e buon cibo.
  • Antica Fiera di Sant’Andrea: fiera tradizionale con stand gastronomici di prodotti tipici.

LINK UTILI

Per info e prenotazioni per visite guidate dell’Area Archeologica: www.cumarcheologia.it oppure è possibile contattare tramite email: info@cumarcheologia.it o al numero di telefono: 0734/777121

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