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Tra boschi di leccio e querce secolari sorge Lei, piccolo borgo collinare in provincia di Nuoro, situato nell’area centro occidentale della catena del Marghine.

Il Borgo di Lei

Il territorio di Lei è solcato da profonde e selvagge valli dove scorrono corsi d’acqua e sgorgano fresche sorgenti, che fanno di questa zona un luogo fertile e ricco di flora mediterranea.

La bellezza dei paesaggi, la singolarità dei monumenti preistorici, il forte legame con la tradizione sono tutti elementi che concorrono a rendere questo paese ricco di un antico fascino.

Oggi il territorio è caratterizzato da un’economia basata sull’agricoltura e sull’allevamento. Ampia è la produzione di grano, orzo, legumi, lino, canapa, frutta, vino, olio extravergine, formaggi vaccino e pecorino di grande qualità. Inoltre, il Borgo è rinomato per la lavorazione di lana e tappeti.

La Storia

Incerta è l’origine del paese che sembra, tuttavia, essere molto remota. Nel territorio si registra, infatti, la presenza di numerose testimonianze dell’epoca pre-nuragica, nuragica, punica, romana e medievale. Il nome, tuttavia, compare per la prima volta, con la grafia Lee, nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado.

Durante l’XI secolo Lei appartiene alla curatoria di Ottana e, in seguito, entra a far parte prima del Giudicato del Logudoro, poi di quello di Arborea e infine della diocesi di Alghero, dalla quale tutt’ora dipende.

Nell 1688 Ley (questo è il toponimo con cui viene indicato il paese) comprende 21 fuochi, cioè nuclei familiari. Dieci anni dopo si passa a soli 14 fuochi per un totale di 39 abitanti.

Cessato il periodo della dominazione spagnola, Ley diviene feudo di illustri casate dell’Isola, i Pimentel e i Tellez-Giron che ne detengono il dominio fino al 1839.

Da vedere

Numerose sono le testimonianze archeologiche rinvenute nel territorio di Lei: sei nuraghi, monumenti in pietra con funzione difensiva; due domus de janas, strutture sepolcrali preistoriche; tre tombe dei giganti, monumenti funerari costituiti da tombe collettive appartenenti alla età nuragica.

La chiesa di San Michele Arcangelo, situata attualmente nel centro abitato in seguito all’espansione edilizia ma in origine eretta in ambiente campestre, risale invece al periodo medievale

 

Da gustare

Nel borgo di Lei le antiche tradizioni della cucina si tramandano ancora inalterate: il formaggio con latte vaccino o pecorino viene realizzato secondo le antiche tecniche, così come i dolci caratteristici quali amarettos, pilichittos, pabassinos, sospiros, germinos, casadinas e sebadas e il pane carasau, tundos (zicchi) e simula.

Tra gli altri prodotti di altissima qualità sono da citare l’olio extravergine d’oliva, le olive da mensa, la carne d’agnello, di vitello, porcetti, salumi prodotti artigianalmente e selvaggina stanziale, tutti dai sapori intensi e gustosi.

 

Cosa fare

Tra gli eventi tradizionali di particolare interesse organizzati a Lei, tra i più attesi spiccano la Festa campestre di San Marco, il 24 e 25 aprile, caratterizzata dalla preparazione del tipico pane lavorato “Cogones de Santus Marcu, e la Festa agricola di Sant’Isidoro. Si svolge la seconda domenica di maggio, quando una lunga processione di auto raggiunge la montagna dove, in uno spiazzo sotto gli alberi, si celebra la messa davanti alla nicchia intitolata al Santo Agricoltore.

Di particolare interesse sono le numerose escursioni nei siti archeologici (nuraghi, domus de janas, tombe di giganti). A poca distanza dal borgo, immerso nella natura, si trova Baita, un luogo di rifugio e ristoro, particolarmente adatto per il soggiorno di gruppi organizzati e per coloro che desiderano mangiare all’aperto. 200 posti a sedere, ampi spazi attrezzati con panche, tavoli in granito e fornaci per cucinare pietanze e arrosti tipici, e addirittura un parco giochi.

Anche la località denominata Zuncos richiama l’attenzione di numerosi visitatori che, oltre a visitare la Baita, possono ammirare le risorse naturali, i numerosi corsi d’acqua e sorgenti, e percorrere sentieri e cammini naturalistici che conducono su punta Primaghe e Nidu e Corbu, dove nidificano poiane, astori e corvi imperiali.