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Nel territorio della Barbagia, tra i monti del Gennargentu, immerso nella natura, nel cuore della Sardegna, si trova Aritzo a circa 800 metri di altitudine, grazioso paese ricco di storia, tradizioni e cultura dove il passato è ancora vivo nel presente.

Il Borgo di Aritzo

Aritzo sorge tra le creste del Gennargentu, è attorniato da boschi ricchi soprattutto di castagni secolari, noccioli e noceti ma anche lecci e roverelle. Dai suoi boschi e dai loro frutti trae vita l'attività artigianale ed anche la produzione di dolci apprezzatissimi. E' un centro di villeggiatura sia estiva che invernale che offre natura incontaminata, aria salubre e numerose sorgenti d’acqua che hanno consentito, ai suoi industriosi abitanti, di fare di Aritzo la "capitale del ghiaccio" sino al secolo scorso.

La Storia

I diversi rinvenimenti archeologici, in particolare le Domus de Janas, raccontano che il territorio di Aritzo fu abitato sino dalla preistoria. Nel Medioevo Aritzo dipese dal Giudicato di Arborea, sotto la Curatoria della Barbagia di Belvì, feudo regio. Solo nel XV secolo gli Aragonesi uscendo vittoriosi dalla guerra contro il Giudicato di Arborea, lo trasformarono nel marchesato di Oristano, sotto la Corona spagnola.  Vivide testimonianze di questa dominazione Aritzo le conserva nell'edificio chiamato la “Bovida”, un’antica prigione spagnola del 1600, tanto inquietante quanto ricca di fascino.

Aritzo è conosciuto oggi per numerose ragioni: per essere un grazioso centro di villeggiatura estiva ed invernale, per i suoi prodotti agricoli, per la produzione di torrone, biscotti, formaggi caprini, per le sue attività estrattive e per i numerosi servizi.

Ma sino al secolo scorso e per centinaia di anni, nelle montagne intorno al paese, i “niargios” aritzesi, gli uomini della neve, raccoglievano il prezioso ghiaccio in capienti neviere e lo trasportavano in tutta l’Isola. Oggi quell’antica usanza, unica in Sardegna, rivive ogni anno nei giorni di Ferragosto nella Sagra della Carapigna, una giornata dedicata al caratteristico sorbetto della montagna.

 

Da vedere

Le case, molte delle quali costruite con le pietre di scisto, si affacciano le une sulle altre e formano stretti vicoli percorribili solamente a piedi.Tra le viuzze si trova la “Bovida”, l'antica prigione spagnola del 1600, tanto inquietante quanto ricca di fascino e che oggi ospita la Mostra dedicata alle Bruxas, ossia le streghe sarde.

Al centro del paese, lungo la strada principale, si erge imponente la Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo ricca di opere d’arte e le cui origini risalgono al XII secolo.

Di grande interesse la “Casa Devilla”, una casa padronale del 1700 adibita a Museo della Cassapanca aritzese in legno di castagno, finemente intarsiata dagli artigiani locali, e che ospita inoltre una mostra permanente di artigianato locale.

Colpisce molto i visitatori l’imponente “Castello Arangino” costruito in stile medioevale nei primi anni del secolo scorso.

Nel Parco comunale “Pastissu”, nell’immediata periferia dell’abitato, si può visitare il Museo Etnografico della montagna sarda ricchissimo di reperti provenienti dalla vita agropastorale e artigianale degli aritzesi. 

Nel Palazzo comunale è ospitata  un'esposizione permanente delle opere del pittore aritzese Antonio Mura.

 

Da gustare

Oltre alle pietanze tipiche della Sardegna montana a base di carni pregiate, formaggi, salumi locali, da non perdere sono i dolci realizzati con le castagne e le nocciole dei boschi di Aritzo,

Il ''GATTOU'' croccante di nocciole tipico aritzese, le tradizionali CASCHETTES o dolce della sposa, i TORRONI di noci e nocciole di Aritzo che insieme a Tonara (Borgo Autentico) e Desulo, sempre nel Gennargentu, compongono un ideale percorso delle "strade del torrone" della Sardegna.

E poi gli AMARETTOS, dolci ricavati da un impasto di mandorle dolci e amare sapientemente dosate. Rispetto ad altri tipi di amaretti, questi dolci locali sono croccanti all'esterno e morbidi all'interno e ancora i PASTISSETTOS e i PABASSINOS. 

 

 

Cosa fare

Dopo la visita al Borgo di Aritzo ed alle sue particolarità sarà bello immergersi nell'ambiente naturale con le numerose passeggiate ed escursioni accessibili sia a piedi che a cavallo tra i boschi, magari  raggiungendo Funtana Cugnada e le antiche neviere che si affacciano sul Gennargentu, oppure il Tacco di Texile che svetta frontalmente al paese, monumento naturale riconosciuto dall’UNESCO e decretata zona di rilevante interesse archeologico.

Nei giorni di Ferragosto c'è la Sagra della Carapigna, una giornata dedicata al caratteristico sorbetto della montagna ricordando "gli uomini della neve"

A fine ottobre si può partecipare alla Sagra delle Castagne di cui Aritzo è "la capitale": una manifestazione che attira in questo luogo decine di migliaia di persone che per alcuni giorni inondano il paese e il suo territorio per apprezzare le bellezze naturalistiche, culturali e gastronomiche che hanno reso famoso Aritzo.

In queste occasioni non è insolito essere allietati dai canti tradizionali del Coro Bachis Sulis che durante le sue esibizioni veste il costume tradizionale.

La prima domenica di settembre, la processione per San Basilio, accompagnata da canti sacri di origine spagnola è di grande suggestione. Con questa festa si concludeva la permanenza dei pastori nel territorio montano di Aritzo ed aveva inizio la transumanza delle greggi verso la pianura del Campidano.L'aspetto religioso si manifesta con una processione di fedeli in gran parte vestiti con il costume tradizionale ad accompagnare il simulacro del santo lungo le vie del centro storico.

Il culmine dei festeggiamenti civili si ha con la scalata di "Su Pinnone" (albero della cuccagna), il fusto di un albero senza corteccia alto almeno 20 metri ed unto abbondantemente con grasso per renderne più difficile la scalata da parte dei giovani del paese.

I suoni e i silenzi, i profumi della natura ancora incontaminata e del buon cibo, ma anche la bontà e il calore della sua gente, sono assolutamente da scoprire e da vivere in questo angolo di Sardegna autentica, lontano dal mare.