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Roviano è un piccolo borgo che sorge su una collina ai piedi del monte Sant’Elia, a circa 500 metri s.l.m., e fa parte della città metropolitana di Roma.

Il Borgo di Roviano

Il borgo di Roviano è circondato dalla valle del fiume Aniene e dai monti Simbruini, meta di escursioni e gite organizzate per andare alla scoperta delle oltre mille specie floristiche che popolano l’ambiente.

Il territorio che circonda il borgo si caratterizza soprattutto per la presenza di castagni, querce e faggi e, durante una passeggiata, si possono incontrare le volpi, ancora presenti in zona.

Roviano

 

La Storia

Il nome del borgo sembrerebbe derivare dalla famiglia romana dei Rubri, che ha abitato la zona a partire dal 300 a.C., alla quale si deve la costruzione delle mura poligonali che ancora oggi si trovano nella zona residenziali chiamata “Le Leveta”.

Alcune tracce del passato sono ancora ben visibili sul territorio del paese, come l’acquedotto romano Acqua Marcia, risalente al 144-130 a.C., e la strada Valeria Vetus, che collegava l’abitato con Cineto Romano e Riofreddo.

Il borgo subì diverse dominazioni: inizialmente del Monastero di Santa Scolastica di Subiaco, fu poi feudo della famiglia Colonna, degli Orsini, dei Barberini e degli Sciarra-Colonna. Il suo statuto fu approvato nel 1287 ed è uno dei più antichi della regione.

Nel 1656 la popolazione subì il passaggio della peste e in meno di un mese morirono più di 400 persone.

Rovinato neve

 

Da vedere

Tra palazzi baronali e Chiese, il borgo di Roviano conserva intatti numerosi edifici simbolo della sua lunga storia.

La Chiesa di San Giovanni Battista Decollato si trova di fronte al castello ed è dedicata al patrono del borgo. La sua facciata è in stile barocco, ha una sola navata e cinque altari, uno maggiore e quattro laterali. La struttura sembra risalire al XIII secolo e viene più volte ampliata.

Poco fuori dal centro storico è possibile ammirare i resti della Chiesa e romitorio di Santa Maria dell’Oliva, risalente all’800. Più volte danneggiata dai barbari, nel 1223 fu donata dai benedettini a San Francesco d’Assisi e, più avanti, i francescani ricostruirono e ampliarono la struttura. Successivamente la chiesa venne prima soppressa e poi definitivamente abbandonata.

Rovinato dall'alto

Anche i ruderi di Rovianello si trovano fuori dal centro abitato: il Castrum Rubianelli fu distrutto alla fine del XVI secolo da Muzio Colonna, col sostegno di papa Sisto V, ufficialmente perché considerato covo di briganti, in realtà per mettere a tacere gli abitanti del luogo che si erano ribellati ai soprusi del principe.

Da visitare il Palazzo Baronale distrutto più volte e sempre ricostruito dai Colonna, che, tra il Quattrocento e il Cinquecento, ampliarono il nucleo antico e fecero realizzare gli ampi saloni che sarebbero stati destinati a ospitare le “udienze” a palazzo. Nell’ex cappella sono ancora visibili preziosi affreschi dedicati al ciclo “Giuditta e Oloferne”.

All’interno del Palazzo Baronale è stato allestito il Museo della civiltà contadina valle dell’Aniene. Al suo interno si possono osservare i diversi tipi di manufatti che, nel passato, gli abitanti del territorio hanno utilizzato per lavorare la terra, per l’artigianato, per il lavoro nelle miniere e per le attività della vita domestica, quotidiana. Sono inoltre esposti tutti i reperti rinvenuti nell’area del ponte Scotonico di epoca Romana situato nei pressi della via Tiburtina Valeria.

Da gustare

La cucina tipica rovianese è ricca di storia e tradizione, una cucina semplice ma appetitosa e caratterizzata da una grande varietà di sapori.

Tra i primi piatti maggiormente presenti sulle tavole locali segnaliamo le “sagne”, la “ramiccia”, i “cuzzi”, i “maccarunitti”, gli gnocchi, la polenta con le “ciammaruche” (lumache), i “frascareji” (impasto granuloso composto da acqua e farina).

Tipiche sono poi le “pizze sulla brace con salsicce e cicoria” e i “fritteji” (frittelle) con fiori di zucca e alici o broccoli.

Tra i dolci non possiamo dimenticare la “ciammèlla” (ciambella), un grande pane che si regala in occasione dei matrimoni e delle feste patronali insieme ad altri dolci caratteristici detti “ciammellitti”. Durante le feste natalizie si può gustare il “pangialle” e a Carnevale le tavole si arricchiscono con le “castagnole”, le “frappe”, e i”mustaccioli”.

Di altissima qualità è anche la produzione di olio extravergine d’oliva.

Cosa fare

Il Carnevale di Roviano è un rito che ogni anno coinvolge tutta la popolazione nella sfilata dei carri allegorici e nei balli in maschera. I bambini si recano per le case chiedendo “Ciccia e cocco”.

La prima settimana di giugno si celebra la festa pagana della “Marzella”, il cui termine dialettale indica un asparago, allusione alla prorompente virilità giovanile.

In occasione del Corpus Domini, il Comune e le associazioni locali realizzano un enorme quadro a carattere religioso di segatura policroma che occupa tutta piazza della Repubblica. Altre piccole realizzazioni vengono allestite dai bambini lungo Viale Italia mentre, all’interno della chiesa Madonna del S. Rosario, si crea un lungo tappeto floreale, chiamato “Infiorata”.

Durante il mese di luglio viene organizzata la Sagra dei “cuzzi cò j’ajju”, con lo scopo di celebrare un piatto caratteristico della tradizione contadina.

Il 24-25-26 luglio si svolge un pellegrinaggio a piedi da Roviano, attraverso gli altopiani e le faggete dei Monti Simbruini, fino alla cappella-santuario di Vallepietra, in occasione della Festa di Sant’Anna.

    Rovinato nuvole

    A Ferragosto si compie l’antica tradizione dell’Inchinata, ovvero l’incontro tra il Salvatore e la Madonna. Si svolgono una processione notturna e una diurna per le strade del borgo, ma si organizzano anche spettacoli pirotecnici, giochi popolari e concerti musicali.

    A conclusione della festa dedicata al patrono del paese, San Giovanni Battista Decollato, il 29 agosto viene allestita e offerta nella piazza principale del paese una pubblica cena gratuita a ricordo di un’antica usanza, la Panarda, alla quale inizialmente potevano partecipare solo i membri della confraternita e poi anche le donne, “con pubblico scandalo”.

    A fine agosto o durante il primo weekend di settembre, le associazioni locali organizzano la sagra déjju salavaticu: si tratta di una grande frittella circolare composta di acqua, farina di grano e mentuccia comune, cotta nell’olio e servita bollente e croccante. La sagra è arricchita con altri piatti e carne alla brace.

    La Festa del Nome di Maria e di San Fortunato Martire si svolge il secondo sabato sera e la seconda domenica di settembre. Si caratterizza per le processioni alle quali partecipano le Fratellanze laiche con gli antichi attrezzi e stendardi, ma non solo: si organizzano per l’occasione spettacoli musicali, iniziative culturali, giochi popolari, fuochi pirotecnici. La festa di San Fortunato Martire invece, si svolge il lunedì seguente, con la caratteristica ostensione delle reliquie, la processione serale e il bacio della reliquia.

    La festa più antica è quella della Madonna del S. Rosario, un rito che risale al 1867, quando la popolazione locale fece restaurare l’antica statua lignea della Madonna delle Grazie e le cambiò il nome in Madonna del Rosario. La festa si celebra il primo sabato e la prima domenica di ottobre, con processioni e spettacoli pirotecnici e musicali.
     

      Rovinato Valle

      Il territorio di Roviano si presta molto bene all’organizzazione di escursioni e passeggiate tra cui quelle consigliate sono:

      Il Percorso Del Monte, lungo Km. 8,730, permette di visitare due importanti memorie del passato:

      • i resti dell’antica Via Tiburtina Valeria
      • i ruderi di Rovianello, primo insediamento urbano.

      Il Percorso Ponte Scotonico, lungo Km. 5,130, prende il nome dall’omonimo ponte ancora ben conservato. Seguendo il percorso si possono visitare i seguenti siti:

      • i resti delle “Mura Poligonali”
      • Ponte Scotonico
      • i ruderi del convento di S. Maria dell’Oliva