Tu sei qui

Approvato alla Camera il DDL "parchi", la riforma per le aree protette

24.06.17

L’approvazione alla Camera dei Deputati, il 20 giugno 2017, della riforma della legge quadro del 1991 sulle aree protette, potrà contribuire a rendere i Parchi maggiori protagonisti della crescita del Paese. 

Dopo un iter partecipato ma anche controverso e dibattuto, il 20 giugno 2017 è stato approvato alla Camera il DDL di riforma della legge quadro del 1991 sulle aree protette.

Nella consapevolezza di alcune criticità che ancora permangono nel testo, il DDL che ora torna in Senato, si presenta come uno strumento moderno che potrà anche incentivare nelle aree protette le attività economiche sostenibili e di qualità, pensiamo ad esempio ad un'agricoltura mantenuta su basi di sostenibilità, andando a rinforzare la percezione e la fruizione delle aree protette quali beni preziosi e non sostituibili, parti integranti e fondamentali di un contesto di vita che l'Italia è in grado di garantire.

Fra gli elementi cardine del DDL, l’istituzione di un Sistema nazionale delle aree naturali protette costituito dai parchi nazionali e regionali, dalle riserve naturali, dalle aree marine e dalle aree naturali protette. Per il triennio 2018-2020 tale sistema verrà sostenuto da un Piano nazionale triennale di sistema, uno strumento di programmazione nazionale finanziato da 30 milioni e da cofinanziamenti regionali da destinare, almeno al 50%, ai parchi regionali e alle aree marine protette. 

Finalmente chiarito che "nel territorio dei parchi e nelle aree contigue sono vietate le attività di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi". Tuttavia sono fatti salvi  i permessi estrattivi già concessi e questo è uno degli elementi di criticità che la Presidente di Legambiente, Rossella Muroni, ha evidenziato.

Nella modernizzazione della disciplina, una riveduta classificazione delle aree e un accorpamento nella loro gestione. I parchi nazionali comprendenti aree marine protette sono classificati come parchi nazionali con estensione a mare cui si applicano, per la parte marina, le disposizioni di legge relative alle aree marine protette. Gli entri gestori di un parco nazionale o regionale dal primo gennaio 2018 avranno sotto la propria responsabilità le riserve statali in essi ricadenti.

L'Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, avrà il compito di supporto tecnico-scientifico, di monitoraggio, di controllo, di ricerca in materia di aree naturali protette, biodiversità e protezione dell’ambiente marino e costiero e sarà sempre l'Ispra a curare l’istruttoria tecnicoscientifica per l'eventuale istituzione di nuove aree marine protette.

Fra le importanti novità, che descriviamo nel nostro blog, Ministero dell'Ambiente e Conferenza delle Regioni avranno il compito di promuovere la Convenzione degli Appennini, sottoscritta nel 2006 a l'Aquila per la tutela e la valorizzazione della catena appenninica e di ridotare di operatività il progetto APE (Appennino parco d’Europa), proposto da Legambiente e Regione Abruzzo nel 2010, nonché per la sua valorizzazione in sede europea.