Tu sei qui

Festa Nazionale BAI - Tresigallo 2013

Da venerdì 14 giugno a domenica 16 giugno si è svolta a Tresigallo (Fe) la Festa Nazionale dell'Associazione Borghi Autentici d'Italia.

La festa si è aperta il pomeriggio del venerdì, alle 16.00, con l’inaugurazione ufficiale e la presenza delle autorità e, alle 16.30, uno spettacolo di falconeria, che ha portato nel borgo e nella piazza che ha ospitato la festa un’atmosfera suggestiva ed emozionante.

Sempre venerdì, alle 19.15, si è svolto l’aperitivo letterario con lo scrittore e paesologo Franco Arminio. L’Italia dei paesi, dei piccoli borghi, l’Italia interna, quella che così superficialmente viene definita “minore”: questo è ciò che ha raccontato Franco Arminio con le sue parole cariche di poesia e di emozione. In questa occasione speciale all’interno della Festa Nazionale BAI, lo scrittore paesologo ha narrato i territori interni e la loro poesia insieme a Ivan Stomeo (Presidente Borghi Autentici d’Italia e Sindaco di Melpignano) e Enzo D’Urbano (Sociologo, Ufficio Presidenza Borghi Autentici d’Italia), i borghi e la vita che li anima, intrecciando narrazione ed esperienza e lasciando trasparire sguardi che hanno saputo arrivare alla profondità delle cose e ricordi che uniscono territori e vita.

La sera del venerdì è invece stata dedicata alla proiezione di documentari: un cortometraggio del Comune di Tresigallo, “L’anima del borghi” dell’Associazione Borghi Autentici e “La duce vita” del Comune di Predappio (Fc).

Novità dell’edizione 2013 è stato il “Borghi Autentici Camp”, uno spazio autogestito dai giovani dei borghi autentici. In questo contesto si è svolto un forum che ha visto protagonisti proprio i giovani dei borghi, che hanno presentato le esperienze e le buone prassi di autenticità dei loro contesti di vita, dando vita a un importante momento di confronto e discussione. Sempre nell’ambito del BAI Camp i ragazzi dei borghi autentici si sono esibiti in performance e spettacoli, rendendo la musica protagonista dell’incontro.

Il sabato 15 giugno si è tenuto invece l’incontro pubblico sul tema: “Tra autenticità e futuro: una strategia per la valorizzazione dei patrimoni locali quale risposta alla crisi e per la ripartenza dell'economia reale”. Sempre nella giornata di sabato, si è tenuta la premiazione di due concorsi legati a BAI Club, il Club degli Amici dei Borghi Autentici: “Autentico è… in 140 caratteri” e “Io sono autentico. E tu?”.

La sera del sabato è invece dedicata alla musica, con il concerto dell’Orchestra Popolare Notte della Taranta e le note del Salento e il ritmo della pizzica hanno riempito la piazza: durante il concerto, inoltre, sono state consegnate le donazioni raccolte nei mesi precendenti per il borgo terremotato di Vigarano. 

La mattina di domenica 16 giugno si è aperta invece con la premiazione del concorso fotografico “10 scatti autentici – 2^ edizione”: degli oltre quaranta partecipanti, i tre finalisti hanno ricevuto in questa occasione i relativi premi e hanno raccontato la storia e il significato dello scatto che li ha portati alla vittoria.

Alle 18.30 si è tenuto lo spettacolo degli Sbandieratori di Pietralunga (Pg), in un incontro di culture e tradizioni che da sempre caratterizza le feste dei borghi autentici, mentre la sera di questo terzo giorno di festa si è chiusa con le note dell’Orchestra Filarmonica di Tresigallo e lo spettacolo dei fuochi d’artificio musicali, un’esplosione di colori ed emozioni. 

festa nazionale borghi autentici 2013 tresigallo concerto filarmonica

Convegno “Tra autenticità e futuro: una strategia per la valorizzazione dei patrimoni locali quale risposta alla crisi e per la ripartenza dell'economia reale”

L’apertura del convegno

Quello di autenticità è un concetto complesso e articolato, che non trova sintesi in una sola definizione. Si tratta infatti di una nozione che già dalle sue origini mostra il senso profondo a cui è legato: le radici etimologiche del termine autentico - composto da autòs che vuol dire “se stesso” e entòs che significa “in, dentro” - rimandano a quella che può essere definita “la vera interiorità”, al di là di quello che appare.

Questo primo significato, l’essere “vero, genuino”, si accompagna a un secondo significato, quello di autentico riferito a un oggetto o a un’opera d’arte dei quali si conosce l’autore e che proprio in questo senso si possono definire autentici.

Ancora, si parla di autenticità quando un oggetto o un territorio non sono stati toccati o modificati dall’uomo e si trovano quindi in una situazione che si può considerare “naturale”, o anche relativamente a qualcosa che è stato realizzato con estrema cura e grande attenzione.

Insomma, le radici e i significati di autentico sono davvero molti, ma tutti riconducono a qualcosa di speciale, legato a una qualche forma di bellezza.

Da un punto di vista filosofico, la corrente dell’esistenzialismo si è riferita al concetto di autenticità legandolo a quel tipo di esistenza che riflette, come esprimeva il significato etimologico del termine, la vera interiorità della persona, le sue peculiarità più intime, i risvolti più soggettivi. Questa vita autentica era per gli esistenzialisti spesso causa di angosce e sofferenze dovute al coraggio di essere se stessi, scelta che contrapponevano alla falsa sicurezza dei comportamenti sociali ipocriti e superficiali. L’autenticità esistenziale è dunque la richiesta della persona di poter esprimere se stessa in maniera libera e piena, e questa espressione del sé - questa ricerca di autenticità - si può raggiungere solamente se la persona è totalmente coinvolta nella ricerca, se partecipa attivamente a esperienze che sanno stimolare la sua emotività, se si mette in gioco e sperimenta un “altrove autentico” oltre se stessa.

Diversa invece l’interpretazione che dell’autenticità dà Nietzsche, il quale lega il concetto a una vita vissuta seguendo l’ideale dionisiaco, al di là delle regole sociali.

Anche la pedagogia ha riflettuto a lungo sul senso dell’autenticità e si è proposta di far emergere con l’educazione la parte più autentica dell’individuo, cercando di sviluppare quelle potenzialità che riescono a crescere solo insegnando alla persona a non lasciarsi imprigionare dal proprio egoismo, dal proprio io individuale: al contrario, la pedagogia ha concepito l’autenticità come capacità di intessere reti di relazioni superando l’anonimato dello stare soli con se stessi.

La pedagogia, dunque, ha messo in evidenza l’importanza dell’essere con, della centralità della persona inserita in un contesto sociale nel quale l’io si intreccia con il noi.

E nonostante le basi che muovono Borghi Autentici non siano prettamente pedagogiche, c’è un forte legame tra questa concezione educativa e la filosofia che fa da sfondo alle logiche BAI: entrambe infatti muovono dal concetto di rete, di legame, che permette - in un caso all’uomo, nell’altro a un territorio, che comunque è fatto di uomini - di superare i limiti della prospettiva individuale e unire le forze per crescere, cambiare e migliorare.

Ma prima di approfondire il concetto di autenticità legato all’attività di BAI, ci sono altre prospettive che vorrei brevemente tracciare.

In campo economico, si assiste oggi a un incremento nel mercato di prodotti che si propongono come autentici, dall’oggettistica ai prodotti enogastronomici (i “prodotti tipici”) all’offerta turistica, perché c’è un costante aumento nella richiesta di prodotti che esprimano chiaramente un legame con il territorio d’origine, con una cultura, con una storia.

I prodotti che i consumatori richiedono sono sempre più prodotti di qualità, legati a un particolare luogo d’origine e magari anche a specifiche tradizioni e sono dunque prodotti che sia i consumatori che i produttori vogliono tutelare e valorizzare.

Queste caratteristiche sono quindi quelle che definiscono, in senso economico, l’autenticità di un prodotto, autenticità che fa sì che si crei un legame tra il prodotto stesso e la comunità, un valore aggiunto che contribuisce a costruire un sentimento di unione, una trama che lega persone, cose e luoghi.

Per quanto riguarda in particolare il turismo, in contrasto con una generale crisi di questo settore, il turismo cosiddetto esperienziale - e che potremmo anche chiamare autentico - ha visto negli ultimi anni una crescita e una sempre maggiore richiesta, a fronte invece di un’offerta insufficiente, cosa che fa di questo ambito uno spazio di possibile crescita per le nostre comunità.

Il turismo che rientra sotto la definizione di autentico e che BAI promuove puntando sulle destinazioni che sono diventate o stanno diventando Comunità Ospitali, è un turismo fatto essenzialmente di viaggi brevi, in zone che si trovano al di fuori dei circuiti del turismo tradizionale, e che si propone di regalare ai viaggiatori un’esperienza unica (da qui “turismo esperienziale”).

Le mete che ruotano attorno a questo turismo dell’autenticità hanno diverse caratteristiche che le contraddistinguono, tra cui per esempio un’identità forte, radici e tradizioni ancora vive e rievocate nella vita quotidiana degli abitanti, prodotti tipici enogastronomici di alta qualità e possibilmente a chilometro zero e infine, cosa più importante e sulla quale Borghi Autentici punta la massima attenzione, sono portatrici di un’accoglienza speciale che trasforma il semplice turista in vero e proprio “cittadino temporaneo”.

Per citare una frase di Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano, per salvare il turismo italiano occorre “puntare sulle nostre identità per essere competitivi”. Su questa linea sta proprio lavorando BAI con il progetto Comunità Ospitali, promuovendo uno sviluppo basato sulle identità dei diversi territori, senza però ancorarsi al passato, ma al contrario partendo da queste identità - da queste autenticità - per cambiare in meglio e innovarsi.

Ma il concetto di autenticità è anche al centro della vita di molti piccoli borghi italiani, magari non teorizzato ma vissuto quotidianamente nella pratica e nelle azioni, e posto al centro di una storia e delle caratterizzazioni del luogo.

Anche in questo caso, il significato di autenticità legato alla vita di un borgo è complesso e sfaccettato, e si declina di molti possibili modi a seconda dello sguardo e delle prospettive.

Non c’è infatti un unico modo di vedere l’autenticità come caratteristica di un territorio, e un piccolo Comune può essere considerato autentico per diverse ragioni. Questo significa che un borgo non viene definito autentico solamente perché (o se) ha un centro storico antico, curato e di grande interesse storico e architettonico: non è infatti solo in base a criteri estetici che un paese si può considerare autentico.

E ancora, non è solo perché in un territorio le tradizioni e il legame con le origini è rimasto particolarmente forte, dando vita a rievocazioni e manifestazioni che riportano a tempi passati, che si può parlare di autenticità. Certo, un’identità forte e un legame con le proprie radici sono certamente fattori importanti che concorrono a definire autentico un luogo, ma il concetto non si esaurisce lì.

Nella prospettiva di Borghi Autentici d’Italia, un territorio è autentico se ha elementi in cui crede e che desidera valorizzare, migliorando in questo modo la qualità della vita dei suoi abitanti e di coloro che attraversano il luogo come “cittadini temporanei”, e procedendo così verso uno sviluppo sostenibile.

Questi elementi possono essere diversi: un borgo può essere autentico per le sue caratteristiche urbanistiche che lo rendono attrattivo verso il mercato turistico; un altro può vantare l’autenticità di uno o più prodotti tipici, di qualità, magari DOP; un altro invece si definisce autentico per la sua sinergia con l’ambiente che lo porta a sviluppare energie sostenibili; ancora, un borgo può essere detto autentico per la speciale accoglienza che sa dedicare a turisti e viaggiatori, garantendo loro esperienze uniche durante il soggiorno sul territorio.

Sono insomma diverse le motivazioni in base alle quali un borgo si può dire autentico e su ognuna di esse BAI lavora e agisce per svilupparla al meglio, cercando di valorizzare le risorse che quel particolare luogo presenta e puntando su di esse per migliorare la vita del luogo, dei singoli cittadini e quindi dell’intera comunità.

Per seguire queste linee guida, espressione del lavoro dell’Associazione, spesso si sceglie di lavorare in rete, mettendo in comune potenzialità e risorse e affrontando insieme le criticità che questo tipo di sviluppo inevitabilmente porta con sé. Si uniscono le forze, si condividono energie, idee e buone pratiche, mettendo in atto la già citata visione pedagogista dell’autenticità, che vuole il superamento di se stessi come singoli individui - e dunque il superamento della concezione di singolo borgo - per procedere invece in un lavoro comune che possa portare a un cambiamento globale, positivo e duraturo.

Per essere autentici, insomma, bisogna essere con.