Unione di Comuni Lombarda Terre dei Malaspina

L’Unione di Comuni Lombarda Terre dei Malaspina si compone dei due Comuni di Cecima e Ponte Nizza, in provincia di Pavia, nell'Oltrepo' Pavese.

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L'Unione di Unione di Comuni Lombarda Terre dei Malaspina

Cecima nel nome sembra rimandare ad antiche origini liguri con quel “Ceci” che significa “Oriente” e con quel “Ma” che significa “terra”, dunque “Terra posta ad oriente”. Si erge su un altipiano, un terrazzamento sulla sinistra dello Staffora, a 311 metri di altitudine sul livello del mare. Il territorio ha una superficie di 10,11 chilometri quadrati ed un’altitudine variabile tra i 240 ed i 530 metri.

Il Comune di Ponte Nizza, deve il suo sviluppo alla sua favorevole localizzazione, posta alla confluenza della Valle Nizza con la Valle Staffora, lungo le quali scorrono le Strade Provinciali, rispettivamente in direzione Zavattarello ed in direzione Varzi.

Ponte Nizza si estende per 23,21 chilometri quadrati e la sua altitudine parte dai 251m sul greto dello Staffora fino ad arrivare al massimo di 752m sulla cima del Monte Vallassa.

Entrambi i Comuni fanno parte della Comunità Montana dell’Oltrepo’ Pavese.

La Storia

Nel 1928 i Comuni di Cecima, San Ponzo, Trebbiano Nizza e Pizzocorno furono riuniti in un unico Comune chiamato “Ponte Nizza”. Con Decreto del Presidente della Repubblica del 16 marzo 1956, dopo 28 anni, Cecima tornò ad essere Comune autonomo. Dal 2016 i Comuni di Cecima e Ponte Nizza sono nuovamente insieme nell’Unione di Comuni Lombarda Terre dei Malaspina.

Provincia:

Pavia

Numero abitanti:

1.007

Superficie:

33,08 km²

GPS:

44° 51' 3.488" N, 9° 4' 48.856" E

I borghi dell'unione

Cecima

La Storia di Cecima è antichissima, tanto da essere già citata nel 943 come corte. In quell’anno i Re Ugo e Lotario la donarono, insieme a San Ponzo, al Vescovo di Pavia. Venne poi aggregata a Pavia, nel 1164, con diploma di Federico I Barbarossa. A sud dell’attuale villaggio si trovava il Castello di Cecima, realizzato dai Vescovi di Pavia, che cinsero il paese di mura e fossati per difendersi da eventuali attacchi. Mura che si dimostrarono determinanti per la salvaguardia di Cecima dagli attacchi nemici. Del Castello, la cui ricostruzione fu voluta dal Vescovo Guido di Langosco nel 1299, rimangono ancora antiche vestigia sopra il paese e delle antiche mura si conserva tutt’ora il rudere di una torre edificata. Se il Castello di Cecima è, ormai, quasi del tutto scomparso, la stessa sorte non è capitata al mulino del borgo che il Vescovo Guido fece costruire nel 1295, lungo la strada secondaria che porta al borgo di San Ponzo. Nel 1546 il Marchese Cesare Malaspina ottenne l’investitura feudale di Cecima e di San Ponzo dal Vescovo di Pavia. Appartenuto prima e dopo di lui agli Sforza, questo feudo costituiva una delle giurisdizioni separate ossia uno dei grandi feudi della collina e dalla montagna d’Oltrepò dotati di ampia autonomia giuridica e fiscale. In fondo al borgo si trova la chiesa romanica dedicata ai San Martino Vescovo e Lazzaro, risalente al XII° secolo, fu ricostruita nel 1466 in stile tardogotico lombardo con una bellissima facciata in arenaria con decorazioni in cotto e nel 1913 è stata dichiarata monumento nazionale per la sua bellezza e le sue caratteristiche architettoniche. Per gli amanti di natura, arte e storia il nostro territorio offre notevoli opportunità. Il borgo di Cecima si nota subito risalendo la Valle Staffora. Si erge sulla riva sinistra del torrente e da Cecima si gode una visuale sull’intera valle. Il borgo si percorre a piedi attraverso stradine larghe non più di quattro metri, sulle quali si affacciano antichi edifici con muri di pietra a vista, e si raggiunge così la piazza della Chiesa Parrocchiale, monumento nazionale dal 1913. Appena sotto la chiesa, a testimonianza del castello eretto nel 1299, resta il basamento di una torre quadrangolare e proseguendo per Via Torretta si può ammirare una torre cilindrica, costituita da due piani, restaurata ad abitazione privata. L’intero territorio dell’Unione offre l’opportunità di percorrere numerosi sentieri sterrati, lungo i quali è possibile godere di panorami mozzafiato, che fanno da sfondo alla vasta biodiversità di flora e fauna caratteristica dell’Oltrepò. La località di Cà del Monte è un luogo d’interesse storico e naturalistico. Una particolarità di quest’area è il contesto paleontologico che la caratterizza: gli Scavi di Guardamonte e l’Osservatorio Astronomico sorgono su un bacino marino del Terziario, il che permette di realizzare visite alla scoperta dei reperti fossili vegetali e animali che si trovano nei sentieri del territorio. Il percorso archeologico del Guardamonte (CAI 120) è un breve tracciato ad anello che si snoda sul crinale, tocca l'area di scavi archeologici oggetto di studio e la cima del Monte Vallassa (747m), dalla quale si gode di una bellissima veduta panoramica sulle cime dell’Appennino. Immerso nella natura e sotto un cielo ancora incontaminato, sorge il Planetario e Osservatorio Astronomico “G. Giacomotti” di Cà del Monte. Un luogo unico dove è possibile avvicinarsi all’astronomia e alle scienze in generale, per imparare a porre domande e per trovare risposte agli interrogativi sull’Universo che ci circonda. Qui nel territorio dell’Unione, dove le tradizioni colturali si sono conservate, ancora oggi, oltre a ciliegie, pesche, pere si coltivano varietà di mele antiche e quasi scomparse. La mela Pomella genovese è uno scrigno di sapore autentico. Cecima inoltre vanta sul suo territorio la produzione artigianale del famoso salame di Varzi nel salumificio artigianale che dal 1967 associa la sua produzione alla storia contadina della zona di Varzi e della Valle Staffora

Ponte Nizza

La Storia di Ponte Nizza è relativamente recente. Nata nel1928 dall’aggregazione dei Comuni di Cecima, San Ponzo, Trebbiano Nizza e Pizzocorno, rappresenta una sintesi di territori che in tempi precedenti la fusione hanno condiviso l’appartenenza sia all’ex provincia di Voghera che all’ex mandamento di Godiasco. L’ubicazione dell’edificio comunale, costruito nel 1935 nel fondovalle,nonché la comodità di commercio lungo l’allora strada provinciale di Penice e della Valle Nizza, favorirono il sorgere di un nuovo centro abitato che lentamente, nel dopoguerra, divenne prima un paese e poi una vera a propria comunità con un sacerdote e una messa festiva celebrata nella cappella privata di Molino del Conte. Il 10/07/1966 fu benedetta la prima pietra dell’attuale chiesa dopo la costruzione, l’anno precedente, dell’attuale campanile. Nasceva la comunità e maturava nella gente l’identità del nuovo Comune. Tra le località più antiche e di rilievo storico del territorio del Comune di Ponte Nizza, si vuole spesso ricordare San Ponzo, di cui si possiedono notizie risalenti ad oltre mille anni fa ed il cui popolamento, da parte di cristiani rifugiatisi nella zona, ha presumibilmente origine nei primi secoli dopo Cristo. Alle falde dei monti vicini a Cecima e sempre sulla riva sinistra del Torrente Staffora, fu rivenuto, in una grotta naturale, il corpo riconosciuto per quello di San Ponzo da cui presero il nome la Chiesa e il paese. Altra chiesa di valore storico artistico del territorio è l’abbazia di Sant’Alberto di Butrio. L’eremo, vero capolavoro artistico e architettonico, a ragione indicato come “La Perla d’Oltrepò” è tutt’oggi abitato da frati benedettini, i quali accolgono fedeli e turisti nelle cappelle affrescate e lungo i chiostri che si aprono sul giardino che conserva un pozzo di pregevole fattura e da cui si gode una splendida vista panoramica. Da gustare Qui nel territorio dell’Unione, dove le tradizioni colturali si sono conservate, ancora oggi, oltre a ciliegie, pesche, pere si coltivano varietà di mele antiche e quasi scomparse. l’associazione Pomella Genovese promuove la rinascita di un frutto antico, buono e giusto, con la garanzia di una filiera controllata, per un prodotto agricolo che ha il marchio De.Co. (Denominazione Comunale) segnalato nell’Arca del Gusto Slow Food e in procinto di divenire Presidio Slow Food. La riscoperta della razza bovina Varzese ha favorito la produzione di latte di alta qualità abilmente trasformato in formaggi a marchio BIO. Il formaggio che si produce a Ponte Nizza è un misto di latte caprino, ovino e vaccino, con una prevalenza di latte vaccino. È il formaggio che si produceva tradizionalmente nelle valli dell’Appennino delle quattro province. Un alimento dunque che non è stato inventato ma riscoperto dalla tradizione. I vecchi contadini che l’avevano sempre prodotto,allevavano vacche varzesi per il latte, vitelli e capre per allattare i bambini e pecore per la produzione della lana. Oggi, nel borgo,la storia si ripete.

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