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Il borgo di Scano di Montiferro sorge in provincia di Oristano, in prossimità della costa centro-occidentale della Sardegna.

Il Borgo di Scano di Montiferro

Scano di Montiferro è un borgo appartenente alla regione storica del Montiferru, catena montuosa di origine vulcanica. Ubicato ad un’altezza media di 385 metri sul livello del mare, tra i  sette colli di “Saggioro”, “Santa Rughe”, “Puba”, “Iscala Ruggia”, “Cannedu”, “sa Rughe Bianca”  e “sa Serra  o Santu Giorzi”, l’abitato si estende all’interno di una conca nascosta, protetto da una corona di montagne degradanti verso la zona della Planargia e il mare.

Foto Tore Piras
Foto Tore Piras

 

La Storia

Le origini di Scano di Montiferro sono molto antiche, il geografo Claudio Tolomeo colloca in questa zona i Monti Menomeni, popolati dai sardi Pelliti protagonisti della rivolta di Amsicora (215 a.C.) che si opposero alla conquista romana.

Il territorio fu fittamente abitato durante il periodo medievale e, durante l’età giudicale. Scano venne inserito nel Giudicato di Torres e passò poi, nel 1328, sotto la guida del Giudicato d’Arborea che ne resse le sorti fino alla battaglia di Sanluri (1409).

Dominato da numerosi signori catalani, durante il periodo feudale nel borgo si diffuse un forte malcontento dovuto agli eccessivi tributi, che sfociò con forti ribellioni, in tutta l’Isola, nel XVIII secolo. Protagonista di questa ribellione fu Giovanni Maria Angioy (1751 – 1808), magistrato della Reale Udienza, che tentò di liberare l’Isola dalla signoria sabauda. L’Angioy ebbe salva la vita grazie alla protezione degli scanesi che, tra il 13 ed il 14 giugno 1796, lo scortarono per le montagne del Montiferru.

Nel XIX secolo, su ordine del re Carlo Felice, venne concesso il taglio di 7500 querce della montagna di Scano da inviare a Tolone per la costruzione di imbarcazioni. Gli Scanesi, pur di non cedere ad un simile sopruso, reagirono consegnando alla fiamme vaste porzioni di foresta.

Il ‘900 fu profondamente marcato dai due conflitti mondiali, nei quali persero la vita ben 83 scanesi.  Il primo dopoguerra fu particolarmente turbolento. Conclusosi il ventennio fascista ed i confronti bellici della Seconda Guerra Mondiale, Scano entrò nell’era democratica.

Scano di Montiferro

Da vedere

Numerosi sono gli edifici religiosi degni di nota presenti nel territorio come la Chiesa parrocchiale di San Pietro apostolo, l’Oratorio del Rosario, l’Oratorio delle Anime e la Chiesa e l’ Oratorio di San Nicolò.

Le antiche origini del borgo sono dimostrate dalla presenza di numerose testimonianze risalenti alla civiltà Nuragica. Nel territorio si contano ben 47 nuraghi,  tra i quali il trilobato di “Nurtaddu”, il tritorre di “sa Mura de Mazzala” e il complesso quadrilobato di “sa Mura de Nuracale”. Sono presenti anche diverse tombe dei gigantidomus de janas e menhir.

Da visitare il Parco Naturale de “Sa Roda Manna” (riconosciuto area di notevole interesse naturale dall’Assessorato della Difesa dell’Ambiente) e il parco di Sant’Antioco (ubicato a circa 6 km dal paese) ricco di sorgenti. Il Parco degli Uccelli, situato in località Codiles ai piedi della catena del Montiferru ospita una collezione di animali esotici: oltre duecento esemplari di cui una buona parte pappagalli. Scopo principale del parco è quello della riproduzione e della conservazione di specie rare.

Foto Tore Piras
Foto Tore Piras

 

Da gustare

Tra i prodotti tipici di Scano di Montiferro si annoverano su casizolu (formaggio di latte vaccino) e l’olio d’oliva. Tra i piatti tipici, le cui ricette sono state ereditate dal passato,  vi sono sa timballa (timballo di riso), sas covatzas cun gelda (focacce con ciccioli), sa suppa ‘e frenugu (zuppa di finocchi selvatici), su sambene (il sanguinaccio), su pane doradu (pane imbevuto nelle uova sbattute e successivamente fritto) e su pane incasadu (piatto a base di pane, formaggio e sugo). Tra i dolci troviamo: sos pabassinos antigossu pane ‘e saba (dolce a base di sapa), sas tzipulas (le zeppole) e sos padres frissos (fatti fritti).

Prodotti tipici della zona sono i carciofi spinosi, varietà dalle origini storiche molto antiche, e la carne di agnello. Altro piatto tipico è il simuluni fritto, polenta di grano, ricetta tramandata dalla tradizione contadina.

Cosa fare

Le tradizioni di Scano sono mantenute vive grazie al grande impegno della comunità. Uno dei maggiori aspetti caratterizzanti la tradizione scanese è quello legato al canto e al ballo sardo tradizionale. Il canto tradizionale a Scano viene eseguito da diverse formazioni a 4 voci che prendono il nome di “cuncordu”, che si esibiscono in occasione dei Riti della Settimana Santa e durante le feste, ma anche durante le occasioni conviviali.

Tra le tante festività che accompagnano la vita degli scanesi vanno ricordate: la festa patronale dei Santi Pietro e Paolo Apostoli, celebrata il 28 e il 29 giugno; “Sa festa manna” in onore della Beata Vergine Regina di tutti i Santi (10/11/12/13 Settembre), la festa di Sant’Antioco, che si festeggia 2 volte all’anno e precisamente 15 giorni dopo Pasqua e l’ultima domenica/lunedì di agosto e la festa di Sant’Antonio Abate, in occasione della quale viene acceso il tradizionale falò (16 Gennaio). Durante il carnevale invece viene svolta la tradizionale giostra equestre “Sa cursa a puddas”.

Il momento più sentito dell’intero anno liturgico della comunità scanese è quello caratterizzato dai riti della Settimana santa (Sa Chida Santa), che vengono ancora celebrati con antichi e suggestivi cerimoniali caratterizzati da precisi rituali che si ripetono ormai da tantissimi anni.

Tra gli altri eventi a carattere tradizionale vanno ricordati anche la Sagra de sa fae a landinu, sagra delle fave, e Sa Festa ‘e tota ‘Idda. Quest’ultima è organizzata ogni 4 anni dal Comune di Scano con la collaborazione dell’intera comunità. La manifestazione è caratterizzata dall’esposizione dei prodotti tipici della gastronomia e dell’artigianato locale e dalla riproposizione degli antichi mestieri. Nel corso della manifestazione vengono svolti numerosi spettacoli folkloristici.

In agosto viene organizzata la “Sagra Panes & Funtanas”, per celebrare piatti tipici, a base di pane, della tradizione scanese.

Foto Tore Piras
Foto Tore Piras

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