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Samugheo è un piccolo borgo della provincia di Oristano che sorge nella regione storica del Mandrolisai, a 40 chilometri dal capoluogo provinciale.

Il Borgo di Samugheo

Un territorio ricco di gole, pareti rocciose e fresche sorgenti, particolarmente fertile e rigoglioso, ospita Samugheo. Tra lentischi, lecci, olivastri, euforbia e garofani selvatici, si possono scorgere e ammirare volpi, pernici, ghiandaie, cinghiali, gheppi e falchi.

La ricchezza del borgo però non è solo legata al suo paesaggio e alla varietà della sua biodiversità: a caratterizzare Samugheo e la sua comunità, c’è ancora oggi una ricca memoria collettiva desiderosa di trasmettere il patrimonio culturale costituito da storie e leggende di un passato remoto, perpetuando riti di origini antichissime ma ancora vivi e molto sentiti.

Tra le tradizioni conservate nel tempo spicca l’artigianato, in particolare quello tessile, a cui è addirittura dedicato un intero museo, il Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda.

La Storia

La zona in cui sorge il borgo di Samugheo è stata abitata fin dai tempi più antichi, fattore che emerge dai numerosi reperti archeologici trovati nel territorio: stele antropomorfe della civiltà protosarda, nuraghi e tombe dei giganti, testimonianze della dominazione romana e bizantina. Nei dintorni del paese sono stati inoltre ritrovati ruderi di villaggi distrutti, i cui abitanti confluirono in parte a Samugheo.

Per quanto riguarda invece le vicende storiche del borgo, non sono molte le notizie che sono state reperite nel corso dei secoli: ciò che si sa è che l’abitato fu fondato in epoca nuragica, che nell’XI secolo appartenne alla curatoria del Mandrolisai, del Giudicato di Arborea, che in seguito passò al marchesato di Oristano e infine, nel 1700, fu annesso alla contea di San Martino.

Da vedere

Il centro storico del borgo autentico di Samugheo si caratterizza per la presenza di portali a tutto sesto delimitati da cornici in trachite rossa, portali che hanno spesso aperture tali da garantire agevolmente il passaggio a carri trainati da buoi. Generalmente le case sono a due piani, con balconi che adornano il piano superiore e loggiati al piano terra.

Tra gli edifici che maggiormente rappresentano gli elementi di pregio architettonico e storico del borgo di Samugheo, spiccano diverse chiese.

Tra queste, la chiesa di San Sebastiano, probabilmente edificata nel XIII secolo e poi ingrandita. Si narra che l’edificio fosse stato progettato per essere costruito 300 metri più a ovest rispetto al luogo in cui si trova attualmente ma che, ogni mattina, il materiale d’opera comparisse dove si trova ora la chiesa, spostato per volere del santo.

La chiesa di Santa Maria di Abbasassa, invece, è una chiesa campestre che sorge su un’altura di circa 450 metri sul livello del mare. Fu riedificata nel 1931, in seguito a un voto di un giovane di Samugheo di rientro dalla Grande Guerra, sui ruderi del tempio pagano dedicato a Cibele, la grande Dea Madre frigia.

Anche la chiesa di San Basilio è legata a una leggenda: nel XVI secolo Samugheo fu afflitto da una grave pestilenza e la sua popolazione invocò il santo, promettendo di edificare la chiesa se il male avesse abbandonato il paese.

Infine, da ricordare è la chiesa di San Michele, ora distrutta ma nel territorio che la circonda sono presenti reperti nuragici di grande interesse archeologico: si ipotizza sia la chiesa più antica del paese.

Su una rupe calcarea, in una posizione strategica, sono ancora visibili i ruderi del Castello di Medusa, antica roccaforte del borgo.

Samugheo ha dedicato un museo all’arte tessile, il Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda, che propone ai visitatori una collezione permanente costituita da manufatti provenienti da diverse parti della Sardegna: coperte, lenzuola, biancheria per l’infanzia, biancheria per uso quotidiano, bisacce e teli per la campagna, abbigliamento per il pastore, costumi tradizionali per le feste e strumenti tra cui telai tradizionali in legno, attrezzature e strumenti vari per la tessitura, capi samughesi di abbigliamento giornaliero e festivo, preziosi manufatti tessili del Settecento, realizzati artigianalmente in lana, cotone e lino.

Da gustare

La cucina tipica di Samugheo racconta i sapori caratteristici dell’Isola. Tra i prodotti che meglio rappresentano la tavola samughese, non può mancare il pane, preparato nella tradizione quotidiana e  per le feste, quando assume forme e significati unici a seconda dell’occasione.

Anche il formaggio è uno dei prodotti che meglio sa descrivere la tradizione enogastronomica del borgo autentico: in particolare, protagonista della produzione casearia è il pecorino nelle sue varianti, dolce o pepato.

Infine, nel territorio di Samugheo si produce anche dell’ottimo vino, sia rosso che bianco.

Cosa fare

Tra le feste che animano il paese durante l’anno, ricordiamo la festa di Sant’Isidoro, protettore degli agricoltori, che si svolge a maggio e la festa di Sant’Antonio e San Sebastiano, con il caratteristico fuoco acceso rispettivamente dagli Antonio e dai Sebastiano del paese. Si tratta di una delle feste più importanti, legata alle maschere sarde che in quest’occasione fanno la loro prima comparsa.