
Osidda
Osidda è un paesino di montagna con meno di trecento abitanti; un villaggio senza tempo adagiato sulle colline che sovrastano il Tirso, il più importante fiume della Sardegna. Un Comune "verde" che ha sostenuto importanti investimenti per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica.
Il Borgo di Osidda
Osidda ha saputo preservare nel tempo le caratteristiche costruttive dei fabbricati storici e con questi l’intero ambito urbano ricco di strutture con indiscussa valenza storico culturale che risultano definite come beni paesaggistici.
Le case, come un tempo, sono in pietra con granito a faccia vista. Tra le tante spicca un’antica casa padronale chiamata Palazzo Delogu costruita alla fine del 700’ e impreziosita da un’altana ad arcate simile alle ville della nobiltà spagnola.
Il territorio è un alternarsi di colline e modesti altipiani. In mezzo vi scorrono il fiume Tirso e il Rio Molò che finiscono per congiungersi in una località detta Giunturas. Sono i boschi di roverella a primeggiare ovunque.
Osidda è uno dei paesi compreso nella Riserva MaB “Tepilora, Rio Posada e Montalbo”, inclusa ufficialmente nel giugno 2017 nella Rete Mondiale delle Riserve della Biosfera. Il riconoscimento è stato assegnato ad un territorio che racchiude le aree protette “Parco di Tepilora” e “Montalbo”, il “Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna”, anche geoparco UNESCO, e diverse zone forestali, e che è rappresentativo anche della tradizione sarda del “Canto a Tenore”, riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO.
Oltre ad Osidda la Riserva MaB comprende i paesi di Alà dei Sardi, Bitti, Buddusò, Budoni, Galtellì, Irgoli, Loculi, Lodè, Lula, Onanì, Padru, Posada, Siniscola, Torpè, Orune e San Teodoro.
La Storia
La ricchezza di reperti nuragici e prenuragici e un’antica tradizione indicano il territorio di Osidda quale sede dell’antica città di Ogrille, di origine greca. L’altopiano di Osidda è ricco di insediamenti riconosciuti di particolare interesse archeologico. L’intero ambito fu certamente un centro di primaria importanza della civiltà nuragica, che fiorì nei due millenni precedenti la nascita di Cristo. L’attuale centro abitato è di origine medievale, apparteneva al giudicato di Torres ed era compreso nella curatoria del Monteacuto.
Da vedere
Ad arricchire di storia il territorio di Osidda sono sicuramente i numerosi nuraghi, il menhir e le tombe di giganti. Tra i nuraghi, per la loro imponenza, meritano una menzione particolare il nuraghe di Usanis, svettante appena fuori del paese, che vanta due torri congiunte da un muraglione e il nuraghe S’Iscopalzu oggi oggetto di studio dalla Soprintendenza.
Un interesse particolare caratterizza il villaggio nuragico di Santu Lisei dove nel 1935 fu rinvenuto un importante bronzetto androcefalo tutt’ora unico nel suo genere nella pur ricca bronzistica sarda nota. E infine Sa Contra ‘e Seris, un luogo di grande impatto che conserva un abitato primitivo sconosciuto intrecciato a graniti, sughere e roverelle.
Delimitato dal fiume Tirso a Nord e a Sud dal rio Molò, il territorio offriva agli insediamenti nuragici la possibilità di una facile difesa. L'area pur essendo pianeggiante, presenta delle gibbosità, dei sollevamenti di pietraie granitiche, a forma conica, su cui sono state innalzate le torri nuragiche. Esse si dispongono a corona, quasi a protezione dell'altopiano al cui centro sorge un complesso nuragico con due torri, di vaste dimensioni, con muri di protezione ed alloggiamenti vari, quasi centro di comando e simbolo di potere di tutto l'insediamento.
Un complesso sistema difensivo che pare non dovesse essere solo per se stesso, ma anche a protezione di due particolari e vasti insediamenti, ciascuno di circa sette ettari, posti a Nord-Est dell'altopiano. Uno è Seris, in territorio di Osidda verso quello di Bitti; l'altro è Romanzesu, appartenente oggi al Comune bittese.
Spicca, fra i tanti siti preziosi, il sito di “Santu Paulu", dove si erge un Menhir tra i più alti della Sardegna. E’ alto oltre 7 metri e si presenta imponente, immerso nel verde, nella zona nominata nel tempo ''S'impiccadolzu'.
Da gustare
Ancora oggi le attività prevalenti sono incentrate attorno alla pastorizia. La cucina è quella tipica barbaricina con le sue prelibate pietanze.
Cosa fare
Il momento di maggiore richiamo alle antiche tradizioni è la festa di Sant’Angelo, patrono del paese, che si svolge il 27 di agosto.
L’antica chiesa di Sant’Angelo, con il maestoso campanile, in granito compatto del luogo, inconfondibile nella sua particolare tonalità, sorge sul colle più alto di Osidda. Quest’insediamento, attorniato dal verde più vasto e dal parco prospiciente, rappresenta l’apripista degli interessanti itinerari naturalistici, sempre più apprezzati dal crescente circuito di visitatori. Gli itinerari percorrono per chilometri boschi e vallate lungo e verso i fiumi che attraversano il suggestivo territorio.
Dal maggio 2017 il Centro di Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità “Ogrylle" di Osidda, promuove numerose attività di educazione all'ambiente e allo sviluppo sostenibile, attraverso interventi di informazione, documentazione, animazione territoriale, iniziative progetti e programmi rivolti a scuole, comunità locali, enti pubblici, imprese e turisti.
LINK UTILI:
Centro di Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità “Ogrylle" di Osidda