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Austacio Busto, l’amministratore integerrimo che amava la bellezza

21.10.21

Il commosso ricordo di Austacio Busto, amministratore e archeologo da poco scomparso, nelle parole di Davide Carlucci, sindaco del Borgo Autentico di Acquaviva delle Fonti (BA).

Ha destato profonda commozione la scomparsa ad Acquaviva delle Fonti (BA) di Austacio Busto, docente, archeologo e amministratore, da sempre amico e sostenitore dei Borghi Autentici d’Italia, nonché delegato regionale per la Puglia della nostra Associazione. Di seguito, allora, condividiamo il commosso ricordo di Austacio uomo, amico e amministratore pubblico che il sindaco, Davide Carlucci, ha delineato oggi sulle pagine de “La Repubblica”.

«Un uomo che aveva avuto il coraggio di denunciare la corruzione, consentendo alla Procura di Bari di accendere un faro su un sistema marcio che si era radicato nell'entroterra barese, una delle tante storie di malversazione locali, la cosiddetta "tangentopoli della Murgia". Ricordo quella sera, settembre del 2015. Mi chiamò, svegliandomi per raccontarmi tutto. Gli avevano consegnato una busta, presentata come una "lettera personale", dentro c'erano cinquemila euro. "Austà, chiama i carabinieri", tagliai corto io, assonnato, in dialetto. Lui mi rispose che aveva telefonato al comandante della stazione ma non gli aveva ancora risposto. Mi vestii, andai da lui, nel frattempo era riuscito a mettersi in contatto con il maresciallo, con il quale il giorno dopo aveva concordato cosa fare di quel denaro: sarebbe diventata l'esca per scoprire chi erano i concussori e a cosa miravano. Fu così che i pm scoprirono qual era l'oggetto del desiderio: l'appalto per la ristrutturazione del teatro comunale da 4 milioni di euro.

Seguirono indagini, arresti, patteggiamenti e un processo che è ancora in corso. Questa vicenda lo vide impegnato per due anni nello sforzo - improbo per un detective, figuriamoci per un archeologo - di incastrare chi voleva comprare un politico. Ma non è stato un episodio isolato, nella storia di Busto, premio Pio La Torre per la legalità e vittima, nel 2018, di un'oscura minaccia in greco antico con inquietanti allusioni alla famiglia. La mente torna a trent'anni fa, quando Acquaviva stava vivendo l'incubo di una deriva mafiosa, con un boss che spadroneggiava in città avendo libero accesso agli uffici comunali, dove dava indicazioni sui lavori da fare nel campo sportivo o per altri lavori pubblici. Austacio, allora giovane assessore alla Cultura, scese in piazza con tutti noi del "movimento per la democrazia la Rete". Ispirati dalla primavera siciliana di Orlando, Fava, Galasso, e dalla testimonianza di magistrati come Carlo Palermo, che vedemmo piangere per la strage a cui era scampato, decidemmo di denunciare tutto alla città, facendo nomi e cognomi. E i diretti interessati erano lì, davanti a noi.

Piccole storie di provincia che non hanno mai fatto grande clamore e che anche in paese nessuno ricorda più. E invece bisognerebbe ogni tanto rammentare che in quella politica che oggi in tanti disprezzano come una cosa sporca, ci sono state invece persone così, capaci di gesti forti, devoti a valori come l'onestà, la giustizia, la bellezza. Sì, quell'amore per il bello che ha visto Austacio non solo adoperarsi per il recupero del teatro - che in questi giorni, nonostante tutte le complicazioni giudiziarie e amministrative, sta per essere collaudato - ma anche per la riqualificazione di piazza dei Martiri, dove è presente una torre ottagonale da lui stesso scavata e riportata alla luce. Pur ammalato di un perfido glioblastoma, al quale è riuscito a resistere per due anni e otto mesi, trovò le forze per inaugurare, a ottobre di un anno fa, il primo museo archeologico cittadino, da lui progettato quando ancora non era in carica. E poi l'estramurale Molignani, il pionieristico impianto di riuso delle acque reflue, l'adesione all'associazione dei Borghi autentici d'Italia: queste sono solo alcune delle tante realizzazioni di un amministratore tanto rigoroso quanto innamorato della sua terra. Ciao Amico mio».